UNITALSI-LOURDES: una novità di incontro

Don Giuseppe Lusuardi (foto) è il nuovo assistente regionale Unitalsi, dopo più di vent’anni di servizio di monsignor Guiscardo Mercati. Un’eredità preziosa. “Il cammino nell’Unitalsi sotto lo sguardo di Gesù e Maria… e di don Guiscardo – dice don Giuseppe – mi ha aiutato ad essere ancora più prete per gli altri. Don Guiscardo mi ha lasciato questo consiglio: «Fare, dar da fare e lasciar fare»”.

Un bel consiglio che concretamente significa che cosa?
“Fare”: nuove responsabilità, come essere strumento di unità tra i vari operatori di questa Associazione che deve ritrovare il suo essere parte della Chiesa favorendo una spiritualità mariana di fede e carità che a Lourdes si sviluppa in modo marcato nel pellegrinaggio e nel volontariato, ma che anche nelle parrocchie deve trovare riscontro.

E “Lasciar fare?”
Le varie Sottosezioni Unitalsi dell’Emilia Romagna hanno tutte delle espressioni particolari: mi chiedo se tutte queste siano fedeli al Carisma dell’Associazione o forse sia giunto il momento, come per tutta la Chiesa, di ripensare il “si è sempre fatto così”. Si fa fatica a uscire dalle nostre comfort-zone, ma proprio queste ci impediscono di crescere e di scoprire le risorse che lo Spirito del Signore vorrebbe farci trovare in noi e negli altri.

Manca il “Dar da fare”…
L’ascolto è il primo servizio che un Unitalsiano deve rendere alla persona disabile o non, sana o malata, dama o barelliere, vescovo o prete o suora: mi interessi, non sei solo, LUI, LEI c’è, io ci sono. L’ascolto è la prima preghiera, luogo dove la solitudine cede all’incontro. Chi non ascolta, perde la bussola del cuore, perde le coordinate del viaggio nella vita; oh sì, magari farà un bel servizio al malato, a Lourdes o altra iniziativa unitalsiana, ma non partorirà mai “cura”, non creerà relazioni: io dico spesso che è come dare un bicchiere d’acqua senza conoscere il nome di chi ti sta davanti, senza meravigliarti della sua vita, del suo esserci.

Hai detto che grazie a Lourdes hai imparato ad essere più prete per gli altri…
In questi anni di pellegrinaggi ho avuto la possibilità di conoscere – attraverso la confessione, la direzione spirituale, il seguire per tanto tempo i giovani – tante storie di povertà e di speranza, di delusione e di resurrezione, di sconforto e di serenità. Il fatto che dirigessi i canti e le liturgie col “sorriso”, per questo ruolo ero anche il personaggio più in vista, mi ha fatto avvicinare tante persone: le ho semplicemente ascoltate, poi sì ho detto loro anche qualche parola, ma mai come in quelle occasioni ho sperimentato la mia povertà e Dio che già stava operando nel loro come nel mio cuore per la loro serenità. Magnifica è la grazia del Signore!

Ricordi particolari di Lourdes e pellegrinaggi?
Costantemente la Grotta; ogni mattina, appena accendo il computer il primo collegamento è con LEI e da lì la preghiera per tutti. La freschezza vocazionale di vari giovani seminaristi o giovani in ricerca: un balsamo per la mia vocazione; con vari di essi, emiliani e di tutta Italia, sono ancora in contatto. Il rapporto coi Vescovi, soprattutto durante il lungo viaggio in treno: è bello scoprire che sono persone normali, anche se portano il cappello a punta! Sanno anche sorridere, scherzare, essere spontanei… “fuori” dalla loro Diocesi; beh, fanno delle prediche a volte non proprio adatte all’uditorio – a qualcuno mi son permesso di dirlo -, ma nessuno è perfetto: tutti ricchi di Dio. Dame e Barellieri di lungo sorso: li vedi “impettiti” durante le processioni ma che amore per l’Associazione. Malati e disabili: alcuni sono veramente delle “macchiette”, sprizzano voglia di vivere da tutti i pori, in tanti solo dagli occhi. I vari pellegrini che al termine di ogni pellegrinaggio vengono con gli occhi lucidi a ringraziarti dicendo: “Lei è riuscito a farmi cantare e pregare. Cantare… non avrei mai pensato di farlo qui a Lourdes”.

Un pensiero finale?
Beh, per riprendere le parole di don, pardon monsignor Guiscardo, il “lasciar fare” lo Spirito ti fa “fare” cose impensabili per le sole tue forze e vedi la gente inspiegabilmente impegnata di più nel “darsi da fare” per un mondo migliore. Che c’entri anche la Madonna in tutto questo? Penso proprio di sì.

Manca la sua “originale” benedizione?
Benedico de core! Meglio “stra-benedico” de core tutti.

D.P.

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