Estasi e tormento dello scrivere

Il denaro non dorme mai, diceva il famoso film degli anni Ottanta, e, aggiungo io, nemmeno la scrittura.

Anzi, forse in misura perfin maggiore essa non dorme, rispetto al denaro, viste quante – e di qual tenore – coversazioni, dispute e speculazioni il denaro genera fra coloro che se ne vogliono appropriare, e dunque di quante parole è costretto a munirsi per farsi largo in maniera assertiva nei discorsi.

Eleonora Mazzoni si è diplomata alla Scuola di Teatro di Alessandra Galante Garrone e dal 2022 è direttrice artistica del festival culturale Caterina Sforza di Forlì.

Noi qui trattiamo di libri, ovvero di qualcosa intrinsecamente connesso al logos, mai abbandonato, nemmeno per un istante, dagli scrittori che se ne cibano costantemente e da cui vengono esortati o tormentati, a seconda di come la vediamo, anche mentre dormono.

Pensavo a questo l’altro ieri, in maniera figurata e improvvisa come solo le visioni possono essere quando si parano nella mente. E un istante dopo pensavo all’uso spesso ciarliero che si fa della parola, con la quale ci si premura di dare in pasto la propria opinione su notizie e fatti del giorno a chiunque. Innescando una reazione a catena di opinioni che finisce talvolta con il mostrare di noi l’immagine più barbara e incivile.

Non è assolutamente necessario avere un’opinione su tutto. Esprimendo giudizi e commenti, di conseguenza. Al contrario, risulta salvifico per la società, se non eticamente corretto e igienico per la nostra salute mentale, stare in ascolto, nel momento in cui si viene a conoscenza di un fatto che stimola le coscienze.

Scommetto che prima di buttarsi nella riscoperta di Alessandro Manzoni, Eleonora Mazzoni sia stata in ascolto parecchio, e soltanto poi abbia riorganizzato ricordi e testimonianze raccolte.

É lei la nostra apertura di questo numero di maggio, trainando con sé lo splendido “Omicidio sul Monte Fuji” e le pillole di poesia e scienza che vi abbiamo preparato. Buoni libri!

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