I benefici dell’Economia civile

Più di settanta persone nel pomeriggio del 3 maggio si sono collegate da differenti località dell’Emilia-Romagna per partecipare al webinar promosso dall’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) con Luigino Bruni, professore ordinario di Economia Politica all’Università Lumsa di Roma, direttore scientifico dell’evento “The Economy of Francesco” e editorialista di Avvenire.
L’iniziativa, che ha tenuto a battesimo la presidenza di Fabio Storchi nella sezione reggiana dell’UCID e si è avvalsa della regia del segretario dell’associazione locale Alessandro Benatti, è stata aperta dal saluto di Enrico Montanari, presidente del Gruppo UCID emiliano-romagnolo, mentre la benedizione finale è stata impartita dal consulente ecclesiastico diocesano monsignor Alberto Nicelli.

Se il titolo dell’incontro – “L’UCID per l’Economia civile: costruire uno spirito nuovo per l’impresa di successo” – non nascondeva una certa ambizione, lo svolgimento dei lavori ha portato tutti a considerare in modo concreto i vantaggi che derivano da un “clima organizzativo” che si sperimenta quando il modello di affari non s’ispira alla massimizzazione del profitto ma al perseguimento del bene comune. Oltretutto il webinar costituiva solo l’inizio di un cammino, perché almeno per il prossimo anno i professionisti, manager e imprenditori associati, a mo’ di compito a casa, si impegneranno ad applicare i principi dell’Economia civile nelle loro aziende, e non a caso verso la fine del collegamento è stato somministrato loro un sondaggio esplorativo sul tema.

Nella sua introduzione Fabio Storchi, presidente dei Cavalieri del Lavoro della nostra regione, ha spiegato la cornice di riferimento. “Il Consiglio Direttivo di UCID Reggio Emilia – ha esordito – ha deciso di mettere al primo posto dell’agenda delle sue attività lo studio dell’Economia civile, l’attualità della sua impostazione, le eventuali ricadute sulla gestione aziendale. Sarà inoltre di estremo interesse valutare l’impatto sul governo dell’impresa e sulle nuove logiche imprenditoriali richieste dall’introduzione delle normative UE in materia di sostenibilità, in forma abbreviata ESG, che interesserà nei prossimi anni tutte le nostre imprese, comprese le PMI”.

Storchi ha richiamato il valore sociale dell’enciclica Laudato si’ per sottolineare come sia responsabilità degli uomini orientare la crescita materiale coerentemente con la dimensione morale e che “l’economia deve essere per l’uomo e non l’opposto”. A questo proposito ha aggiunto: “È l’uomo il protagonista nel tempo della grande trasformazione e della quarta rivoluzione industriale con le sue conoscenze e competenze. Tutto è destinato a cambiare e le imprese, per restare competitive e forti sul mercato, devono avere la capacità di innovare continuamente, sia i prodotti che i processi produttivi. Questo si realizza solamente con un forte coinvolgimento e la convinta partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa”.
Quanto allo “spirito nuovo” enunciato nel titolo dell’appuntamento regionale, Storchi lo ha calato in una realtà aziendale generativa, “dove prevale l’atteggiamento di cooperazione e di fraternità, dove la persona è al centro, si sente apprezzata e realizzata” e dove si pone “la massima attenzione al benessere e alla partecipazione dei lavoratori”.
Gli approcci che l’UCID reggiana ha scelto di adottare sono sia sul piano formativo – tramite la collaborazione con l’Università Lumsa e un dottorato di ricerca sull’Economia civile, già iniziato dal 2022 con la dottoressa Chiara Palagonia assistita dalla professoressa Laura Michelini – sia su quello più operativo che, entrando in fabbrica attraverso questionari come il Next Economia Index, il Best Work Life e il Next Gender Analysis, misura e valuta il livello di sostenibilità raggiunto dall’impresa e il suo clima organizzativo.

A imprenditori e dirigenti, nel suo intervento, l’economista Luigino Bruni ha presentato anzitutto come modello il mercante toscano Francesco di Marco Datini (1335-1410; un ritratto in questa pagina) e la sua etica mercantile: nelle sue lettere, conservate a Prato, egli raccomandava il rischio (“chi lasciasse di seminare per paura delle passere non seminerebbe nulla”), ma insieme la temperanza (“chi troppe volpi caccia, l’una perde e l’altra lascia”), elogiava la velocità ma insieme il sapersi accontentare, incoraggiava l’audacia ma pure la moderazione; una saggezza di pratica mercantile condita dalla sapienza antica (Seneca, Cicerone, la Bibbia), dai proverbi popolari, che insieme portarono Datini a elaborare la regola aurea della sua etica degli affari: non fare della ricerca della ricchezza l’unico né il primo scopo della mercatura.

Così, ha proseguito Bruni, il buon imprenditore non è mai tirchio, ma piuttosto generoso e deve sapersi scegliere la “compagnia”, ossia gli altri con cui cooperare. E la logica del mercato non dev’essere la gara, ma il mutuo vantaggio, la reciprocità. Nel vademecum delle virtù imprenditoriali, lo storico del pensiero economico esperto di Bibbia e di letteratura ha poi inserito l’anti-narcisismo e l’anti-parrocchialismo, l’empatia, la concordia e la capacità di perdono.
Parole che non è comune, in effetti, ascoltare in un convegno di imprenditori, ma il professor Bruni ha un’attitudine tutta speciale nel cogliere la complessità e la multidisciplinarità di termini come “benessere”, “mercato” o “gratuità”, così da immettere nel circolo dei valori aziendali anche un sano afflato spirituale.

Sono subito fioccate numerose domande per il relatore. Segno che sempre più persone, e questo vale anche per lavoratori dipendenti e precari, si interrogano sul perché e sul per chi vale la pena offrire le nostre fatiche quotidiane.
Se l’Economia civile, anche solo in parte, aiuta a rispondere alle domande di senso di una società incerta e individualista, sarà comunque un successo.

Edoardo Tincani

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