Astronauta, a Correggio per il Circolo Frassati

“OLTRE IL LIMITE”: ecco il messaggio che l’astronauta ingegner Paolo Nespoli ha lasciato agli studenti delle scuole superiori di Correggio nel corso di un incontro organizzato dal Circolo Culturale “Pier Giorgio Frassati”.

“I giovani hanno bisogno di testimoni, più che di maestri”, diceva Papa san Paolo VI, ed è stata una grande testimonianza quella che è stata proposta il 15 marzo ai ragazzi di Correggio, nella sala del Centro sociale XXV Aprile al completo della sua capienza massima.

Oltre il limite, non nel senso di avventurarsi in imprese temerarie, ma volendo sottolineare che bisogna sempre aspirare a un miglioramento delle proprie conoscenze e condizioni di vita, credendo nella possibilità e capacità che ognuno di noi possiede. Certamente, ha sottolineato il relatore, non si può sempre avere successo, ma l’importante è impegnarsi per conseguire determinati obiettivi.

La vita è come una foresta oscura e fitta che ci si presenta davanti e nella quale dobbiamo addentrarci e superarla, trovando ognuno la propria strada, anche se molte persone si perdono in questa ricerca e vanno incontro a un fallimento. Ma non bisogna mai scoraggiarsi, proprio come ha fatto Nespoli che, fin da bambino, sognava di fare l’astronauta e di fare derapate con la jeep lunare.

Allora si trattava di pura fantasia, ma poi, dopo molte fatiche, il sogno si sarebbe avverato. Terminati gli studi superiori Nespoli si arruolò nel corpo dei paracadutisti dove frequentò la scuola militare a Pisa e restando in seguito nell’esercito come incursore. In questa veste fece parte del contingente multinazionale di pace in Libano, ottenendo, al termine della missione, il grado di ufficiale. A 27 anni tuttavia girovagava ancora nella “foresta”, quando gli sembrò di intravvedere uno spiraglio di luce per cui, lasciato l’esercito, riprese l’antico progetto di diventare astronauta , nonostante l’età.

Con impegno, costanza e fiducia nelle proprie possibilità frequentò l’università a New York per approfondire le sue conoscenze in aeronautica e astronautica. Al termine degli studi, ottenuta anche la qualifica di ingegnere addetto all’addestramento astronauti, era pure in grado di parlare correttamente l’inglese.

Nonostante possedesse i requisiti necessari, solo alla terza richiesta venne accettato come membro del corpo astronauti dell’ESA (agenzia spaziale europea). Dopo un duro addestramento venne inviato sulla stazione internazionale spaziale, a 400 km dalla Terra, dove si trovò ad operare con colleghi americani, russi, giapponesi ed europei che, al di là delle differenze culturali e politiche, operavano per il bene e il progresso dell’umanità e non per il proprio paese.

A questo punto Nespoli, attraverso fotografie da lui scattate, ha spiegato come è strutturato l’interno di una stazione spaziale, come ci si vive, i ritmi di lavoro, gli esperimenti da svolgere e le difficoltà incontrate.

In particolare il relatore si è soffermato sugli esercizi da svolgere per mantenere attivo sia il sistema cardiocircolatorio che quello muscolare e le problematiche relative a chi opera in assenza di gravità. Tutto deve essere coordinato, altrimenti si genera il caos è ogni astronauta ha dei compiti specifici da eseguire alla perfezione. A volte la convivenza può non essere facile per le idee diverse, ma l’importante è essere coerenti e avere il coraggio di dire ciò che si pensa anche se tale atteggiamento non paga sempre.

Molto emozionante è il fatto che ogni giorno gli astronauti compiono il giro del mondo in un’ora e 50 minuti ed assistono a 16 albe e 16 tramonti. Nello spazio ci si accorge che la Terra è solo un puntino tra miliardi di stelle dove le distanze sono enormi. È stato chiesto da uno studente se un giorno si riuscirà a colmare tale distanza punta il relatore ha risposto che non è possibile conoscere il futuro, ma bisogna ugualmente impegnarsi per andare “oltre il limite”.

Paolo Nespoli è rimasto nello spazio per 313 giorni da quando il 23 ottobre 2007 salì a bordo dello Space Shuttle Discovery in qualità di specialista di missione e di coordinatore delle attività extra veicolari cioè delle passeggiate nello spazio. Nel corso di questa missione ha potuto comunicare con varie scuole italiane e anche con il presidente della Repubblica e con il Santo Padre.

Il 15 dicembre 2010 Nespoli ritornò nella stazione spaziale a Bordo della Sojuz 7 come ingegnere di volo: dopo 157 giorni ritornerà sulla terra atterrando in Kazakistan insieme ad un collega russo e a una collega americana.

Il 27 luglio 2017 torna nello spazio per la terza volta, partendo da Bajqonyr a bordo della Sojuz tma-15m, la missione durerà 139 giorni.
I momenti più emozionanti della sua attività di astronauta Nespoli li ha documentati con centinaia di migliaia di fotografie, a testimonianza di una esperienza unica , vissuta quasi oltre il limite.

Attualmente Paolo Nespoli insegna ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano.
I ragazzi presenti hanno seguito la relazione con interesse, testimoniato anche dalle numerose e pertinenti domande.

Massimo Vezzani

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