Ad Albinea si è parlato delle streghe nella storia

Il Lions Club Albinea “Lodovico Ariosto”ha voluto celebrare e ricordare le donne in occasione dell’8 marzo proponendo due incontri che attraverso la storia, i documenti, il mito, l’arte richiamano l’attenzione sulla figura della Strega.

Così nella Sala Civica albinetana “Corradini” la presidente Maria Cristina Ferretti ha aperto la prima delle due conferenze.

Si tratta di un fenomeno complesso e di impronta soprattutto femminile, che apre un mondo di credenze, miti, rituali che devono essere indagati attraverso le singole scienze, come ha puntualmente indicato la socia Aurelia Fresta proponendo l’iniziativa, che si fregia del logo “New Voices” concesso dal Multidistretto e gode del patrocinio della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi – Sezione di Reggio Emilia e del Comune di Albinea.

Introdotto da Giuseppe Adriano Rossi, presidente della Deputazione Reggiana e da Angela Chiapponi, coordinatrice della Redazione di “Reggio Storia”, l’incontro ha visto la partecipazione di un folto e attento pubblico, che ha particolarmente apprezzato la competenza dei relatori.

Gabriele Fabbrici, socio emerito della Deputazione reggiana e presidente della Società Correggese di Studi Storici, ha proposto un interessante ed esauriente excursus storico sulla figura della strega tra Medioevo ed età moderna. Ha delineato la storia dell’Inquisizione, fornendo anche dati sui processi e sulle condanne comminate ed eseguite in Italia e in Europa. Il relatore ha inoltre focalizzato le peculiarità della magia e della stregoneria, quest’ultima contraddistinta dal patto diabolico e della caccia alle streghe.

Attenzione è stata riservata alla bolla “Super illius specula” emanata nel 1326 da papa Giovanni XXII e all’opera degli inquisitori, con riferimento al trattato “Malleus Maleficarum” che ebbe oltre trenta edizioni e alle streghe di Salem. Anche due papi ricevettero accuse di magia e divinazione. Inoltre non mancò il caso dell’uso politico dell’accusa di stregoneria e magia

Il puntuale contributo di Aurelia Fresta, socio emerito della Deputazione reggiana e consigliere segretario della Sezione, ha efficacemente delineato la figura di Gabrina degli Albeti, “donna malefica”, che comparve davanti ai giudici del tribunale presieduto dal vicario del Podestà della Reggio viscontea il 28 luglio 1375.

La si accusava di essere una fattucchiera ed era nota come guaritrice dei mali d’amore. Il documento del processo che la riguarda, conservato all’Archivio di Stato di Reggio Emilia, contiene l’inquisitio, cioè l’inchiesta, e una glossa che esplicita la condanna. Quattordici i capi di imputazione contro di lei; di questi però solo in due casi le malie di Gabrina sortirono l’effetto desiderato.

Nei suoi confronti non venne però ritrovata traccia del patto con il diavolo e forse per questo alla donna fu salvata la vita. La relatrice ha evidenziato che la sua condanna fu però ugualmente molto dura: venne marchiata e le fu tagliata la lingua riducendola così al silenzio dato che non sapeva né leggere né scrivere. In questo modo non avrebbe potuto in alcun modo diffondere la sua dottrina. La storia di questa donna è un capitolo importante verso la caccia alle streghe, che si diffonderà poi soprattutto dal Quattrocento per tutto il Rinascimento e l’età Moderna.

 

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