La nostra bella Basilica Minore di Boretto il 12 marzo, memoria liturgica di sant’Artemide Zatti, straripa di persone giunte da tutta l’unità pastorale; infatti già dalle 9.30 è cominciato il flusso vociante di pellegrini che, con i volti raggianti, prendevano posto nei banchi.
Ci siamo sentiti uniti, vicini al nostro amato Artemide e la presenza di salesiani laici e consacrati ha dato la misura dell’importanza del momento. La Messa, terza domenica di Quaresima, è stata animata da un coro unitario delle tre comunità, così come le letture.
L’ omelia del nostro don Giancarlo, come al solito animata, ha coinvolto prima i ragazzi presenti poi gli adulti, aiutandoci a scoprire il significato della preghiera cristiana, a smascherare alcune tentazioni e ad acquisire alcuni “strumenti” per pregare meglio. È stato poi benedetto il nuovo bellissimo stendardo dedicato a sant’Artemide, che riproduce l’immagine donata a Papa Francesco dalla nostra unità pastorale il giorno precedente la canonizzazione, in aula Paolo VI. Il canto a don Bosco eseguito dai salesiani ha poi concluso la Messa e avviato la processione sino al monumento dei caduti.
A questo punto, in modo ordinato e tranquillo, si è messa in moto la gran fiumana di persone presenti, con davanti bambini e genitori subito dietro il crocifisso, poi gli altri dietro lo stendardo e per ultimo don Giancarlo con la reliquia di sant’Artemide. Ci sono state alcune fermate per ascoltare le testimonianze di vittime di guerra. Episodi vicini o lontani a noi per tempi e luoghi, accomunate dalla mancanza di pace. Particolarmente grave e toccante è stata la lettura di una delle testimonianze raccontate a Papa Francesco nel suo viaggio in Congo, così come la testimonianza di una borettese che non è potuta crescere con il papà, perchè disperso in Russia.
Dall’altro lato, ad ogni testimonianza di guerra-tensione è stata affiancata la storia di chi in quel contesto ha costruito la pace. San Giovanni Bosco, l’ambasciatore Luca Attanasio, Gino Bartali sono esempi di come ci si possa sempre smarcare, per diventare operatori di pace.
Poi, arrivati al monumento, genitori, educatori, catechisti, bimbi e ragazzi hanno srotolato uno striscione colorato preparato in settimana nel quale era scritto “sono le persone coraggiose e felici quelle che costruiscono la pace” e don Giancarlo ci ha raccontato proprio una vicenda accaduta in uno dei nostri paesi, dove un ragazzo di seconda media si è smarcato da un gruppo di bulli per difendere con coraggio chi stava subendo i maltrattamenti, proprio come i grandi santi e i santi della porta accanto.
Del resto la pace è Gesù e chi è suo amico è così felice da avere il coraggio di andare controcorrente e prendersi cura dell’altro. E per uscire dalla retorica delle belle parole, ciascuno ha ricevuto la preghiera semplice di san Francesco e un’opera di pace da mettere in campo nel corso della settimana, così da allenarci a essere operatori di pace. Si sono alternati canti e preghiere in modo ordinato. Ci siamo sentiti popolo di Dio in cammino nelle strade del mondo. Anche il tempo da nuvoloso si è aperto al sereno… piccolo intervento del nostro santo? Chissà!
Mauretta Modena