Ricordato don Gariselli, amico e maestro nella fede

Monsignor Gianni Gariselli

Sono ormai trascorsi undici anni dalla prematura scomparsa di mons. Gianni Gariselli, ma il suo ricordo è ancora vivo.
Don Gianni ha saputo incidere profondamente sia nella comunità parrocchiale cittadina di Santa Teresa, che ha guidato per oltre venti anni, sia nella diocesi. Lo ha fatto con la sua profonda e matura fede, con la predicazione, attraverso la guida saggia della parrocchia, con lo svolgimento di importanti incarichi a livello diocesano, con la sua spiccata sensibilità di poeta, con l’impegno quale consulente dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID).

Doti che il vicario generale e assistete spirituale UCID mons. Alberto Nicelli ha voluto sottolineare all’inizio della celebrazione eucaristica presieduta nella chiesa di Santa Teresa, nel corso della quale è stato ricordato domenica 18 dicembre l’anniversario della morte.

Un momento della Messa celebrata in Santa Teresa

E al termine della Messa il presidente della sezione reggiana dell’UCID, Vincenzo Morlini, così lo ha ricordato “Te ne sei andato presto, caro don Gianni, avremmo voluto continuare questo viaggio terreno insieme a te ancora per molto tempo, ma non ci è stato concesso. Dio regala e toglie a suo piacimento, un giorno ne capiremo il significato”.
Don Gianni è stato nel contempo amico e maestro di fede; “una fede profonda, anche durante la prova della malattia”. Ha saputo coltivare profondamente il senso dell’amicizia. Amicizia e Fede: un binomio straordinario per il cammino di vita, che così mons. Gariselli ha sintetizzato “Se vuoi vincere la sfida della vita, tieni alta la fiaccola della Fede e offri la tua mano agli amici”.

Morlini ha concluso il suo affettuoso ricordo con questo messaggio dello stesso don Gianni, rivolto in particolare alle giovani generazioni “Vorrei contestare all’uomo di oggi la perdita di due cose: la memoria e la nostalgia. La perdita della memoria è la mancanza di radici, di una patria, di una terra. L’assenza di nostalgia è l’incapacità di desiderare oltre. Di guardare al futuro, al cielo. L’uomo di oggi è nel mezzo di un presente in cui la vita e le cose sono mercificate”.

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