Sabato 29 ottobre, nelle mani del vescovo Giacomo, il detenuto Alessio Alberici ha rinnovato i voti di verginità, povertà e obbedienza, durante la Messa celebrata nella palestra della nostra Casa circondariale.
Abbiamo già raccontato su queste pagine la vicenda che ha portato alla condanna per omicidio di Alessio, un bambino cresciuto nella vicina provincia di Parma in ambiente cattolico, ma a cui alcol e droga, con l’arrivo dell’adolescenza, hanno fatto prendere ben altra strada: per una storia di affitti non pagati, toglie la vita ad un 34enne tunisino.
Al processo il suo avvocato vuole convincerlo a chiedere la semi infermità mentale, lui non ci sta, non accetta queste scappatoie giudiziarie cercando, con piena coscienza del terribile delitto commesso, solo la verità, e così viene condannato a 30 anni invece di 16.
“La verità vi farà liberi” dice Gesù ai Giudei che lo interrogano al capitolo 8 del Vangelo di Giovanni; forse Alessio, nel corso del processo, si è ricordato di quel passo ascoltato da bambino.
A fianco di Alberici siedono il papà Antonio, la mamma Franca, in festa per l’anniversario del loro matrimonio, e la sorella Irene; in un largo semicerchio attorno all’altare siedono 40 detenuti, per ascoltare, tutti, il saluto che l’ergastolano Antonio rivolge a monsignor Morandi.
Parole che sanno di grande sofferenza, ma con quel filo di speranza che può filtrare attraverso le sbarre che chiudono le celle, anche per coloro che hanno ascoltato un verdetto di ‘Fine pena mai’.
Il Vescovo, commentando il passo del vangelo di Luca che racconta del desiderio di Zaccheo di incontrare Gesù, ha sottolineato come il Salvatore non dica una sola parola di condanna per il ricco pubblicano, ma solo accoglie con gioia il suo desiderio di conoscerlo.
Qui sta il centro della ‘Buona novella’: siamo tutti dei ‘ricercati’, ha detto il vescovo Giacomo sottolineando la parola, e se rispondiamo a questa chiamata tutto cambia, anche il dover stare in cella per trent’anni o più.
Al termine dell’omelia Alessio, rinnovando i suoi voti, ha letto la piccola regola in cui si impegna a rispettarli. E nel sorriso comparso sulle sua labbra abbracciando il Vescovo, c’era la sua risposta piena alla chiamata del Signore: “Oggi devo fermarmi a casa tua”.
Giuseppe Maria Codazzi