«A bordo campo», il calcio è vita

Il libro “A bordo campo. Storie di calcio e di vita” (Dialoghi, 130 pagine, 14 euro) scritto da Matteo Daolio e nato dalla rubrica omonima pubblicata su La Libertà online dal 2015 al 2021, racconta quanto lo sport, in particolar modo il calcio, sia fondamentale per formare la vita di una persona in ambito educativo e morale. Mercoledì 12 ottobre alle ore 18.30 ai Chiostri di San Pietro – in via Emilia San Pietro 44/c a Reggio – si terrà l’incontro in cui l’autore presenterà il suo libro, dal titolo “Crescere per vincere. Prima l’uomo poi il calciatore”, con la partecipazione di Francesco Romano, Andrea Costa, Simone Missiroli e Edoardo Tincani come moderatore (si veda la locandina). Un’altra presentazione è in programma giovedì 27 ottobre alle ore 20.45 a Gualtieri presso il centro sociale “Il Boccio”.

Daolio, cosa si prova dopo aver scritto un libro che riguarda una sua passione?
Soddisfazione, perché sono riuscito, come hai detto tu, a unire due passioni: quella per il calcio e quella per la scrittura. Quindi direi che a livello personale è una buona soddisfazione. È un desiderio che avevo e adesso sono riuscito a realizzare.

È dedicato a qualcuno questo libro?
Sfogliando il libro non c’è una dedica particolare a nessuno; sicuramente potrebbe essere dedicato a tutti i ragazzi che ho allenato in questi dieci-dodici anni di “carriera”. È anche grazie a loro che questo libro è stato scritto.

C’è una tipologia di lettore a cui si riferisce o a cui pensa mentre scrive?
Di certo mi rivolgo ai ragazzi, ai loro genitori e a tutti gli adulti che hanno a che fare con i giovani. Non do per scontato che i “miei” ragazzi leggano il libro, però il lettore ipotetico rientra nelle categorie che ho elencato.

Una persona prima di acquistare questo libro cosa si deve aspettare di trovare?
Di certo non si deve aspettare argomenti esclusivamente calcistici, come la tecnica o la tattica. Per il resto è come sfogliare un diario giornaliero con le annotazioni che ho riportato. Per avere una risposta più dettagliata bisognerebbe chiedere a chi lo sta leggendo…

Ci sono stati eventi particolari o idee che l’hanno portata a scegliere di scrivere la rubrica sul giornale in primis per poi passare al libro?
Eventi particolari no. Mi si è creata però l’opportunità grazie al direttore Edoardo Tincani, che mi ha invitato a tenere la rubrica sul sito del giornale La Libertà. E mi ha anche incoraggiato a selezionare 80 delle 100 “puntate” della rubrica per realizzare il libro, che la casa editrice Dialoghi ha accettato di pubblicare.

Avrebbe mai pensato di arrivare a scrivere un libro?
Quando ho iniziato a scrivere, la rubrica era un modo per mettere in parole quello che vivevo quotidianamente sul campo. Il pensiero al libro è nato negli ultimi mesi.

Perché ha pensato alla rubrica “A bordo campo”?
Per avere un qualcosa di mio che si riferisse al calcio e alla grande passione che ho per questo sport, che mi accompagna da sempre. Un modo per dire quello che penso.

C’è una frase o un capitolo a cui si è particolarmente affezionato?
Un capitolo specifico no, sicuramente ce ne sono alcuni più significativi di altri e che sento più legati a me stesso, soprattutto nella parte del libro che riguarda il mister (“Io, il mister”), che è una specie di autobiografia. Possiamo dire che tutto il libro è un’autobiografia, ma quella sezione lo è in particolar modo.
La frase più significativa si trova alla fine e riassume quello che voglio fare con i ragazzi: creare non solo dei giocatori, ma dei “giocatori pensanti”, ovvero capaci di saper riflettere per fare la scelta giusta durante la loro partita, non solo in campo ma anche fuori, perché l’insegnamento, come dico nel libro, vale sia fuori che dentro al rettangolo di gioco.
Nel libro scrivo: “Nella mia ambizione, questa ‘cultura del gioco’ ho cercato di trasmetterla ai ragazzi (…)”. Più che vincere le partite, che è pur sempre quello che ho cercato di fare; mi sta più a cuore che i ragazzi diventino uomini anche tramite lo sport che può diventare un’occasione per imparare a prendere la decisione giusta.
Oggi scegliere non è così semplice, soprattutto per i più giovani. Credo che il calcio possa aiutarli in questo.

Oltre al libro, ci sono altre cose che l’hanno soddisfatta in questo percorso?
La cosa più bella è incontrare i ragazzi per strada e sentirsi dire “Ciao Mister” anche dopo anni. In questo modo so di aver inciso su di loro.!

Marta Gianotti

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