I giorni della metalmeccanica

Il Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia – composto da 400 aziende, impiega oltre 27.000 dipendenti per oltre 11 miliardi di euro di fatturato complessivo – partecipa all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”. Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore.

Quadro congiunturale nazionale settore metalmeccanico

Nel corso della prima metà del 2022, l’attività produttiva dell’industria metalmeccanica italiana ha mostrato segnali contrastanti dopo la fase negativa osservata nell’ultima parte dello scorso anno. Nel mese di giugno, la produzione settoriale ha registrato una inversione di tendenza delle dinamiche positive osservate a partire da febbraio 2022. Nel confronto con l’analogo periodo del 2021, nel secondo trimestre la produzione è diminuita dell’1,2% mentre nei primi tre mesi dell’anno in corso vi era stato un incremento dell’1,3%.

Nel secondo trimestre, la dinamica dell’export si conferma positiva seppure in rallentamento rispetto a quanto osservato nei primi tre mesi dell’anno. Il valore delle merci destinate ai mercati esteri è cresciuto del 13,7%, nel confronto con l’analogo trimestre dell’anno precedente, mentre le importazioni sono cresciute del 23,4%. Gli incrementi registrati sono però influenzati dalla crescita dei valori medi unitari che spiegano in parte le dinamiche decisamente positive sia delle esportazioni in valore sia delle importazioni.

In questo primo semestre, i livelli occupazionali sono però mediamente diminuiti dell’1,5%, rispetto all’analogo periodo del 2021. Nel periodo gennaio-giugno 2022 si è fortemente ridotto il ricorso alla cassa integrazione: le ore autorizzate per gli addetti metalmeccanici sono diminuite, infatti, del 68,5%.

I risultati dell’indagine trimestrale di Federmeccanica confermano un aggravamento della congiuntura settoriale e le prospettive sono all’insegna di un’evoluzione negativa dell’attività produttiva. Le previsioni a breve sono fortemente condizionate dalle conseguenze del prolungamento del conflitto russo-ucraino che hanno determinato nuovi incrementi dei prezzi dell’energia e delle materie prime oltre al persistere delle difficoltà nelle catene di approvvigionamento globali dovute anche ai lockdown in Cina per la politica zero-covid adottata nel paese.

Quadro locale

Nel periodo aprile-giugno 2022 l’attività produttiva metalmeccanica reggiana mostra un rallentamento, pur caratterizzandosi ancora da una crescita. Con riferimento al secondo trimestre la produzione settoriale ha segnato un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dell’8,1%, evidenziando così un ridimensionamento nei confronti di quanto rilevato nelle precedenti indagini.

Sulle dinamiche produttive ha inciso, oltre alla ripresa della domanda interna, anche l’export che, seppur in rallentamento, è rimasto molto sostenuto.

Le imprese intervistate, pur segnalando valutazioni ancora positive, prevedono per il terzo trimestre un aggravamento della congiuntura settoriale. Le attese delle imprese sono fortemente condizionate dalle conseguenze economiche del conflitto russo-ucraino che ha inasprito la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, rendendo più complessa e onerosa l’attività produttiva.

Commento

Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia, ha commentato: “La questione energetica è sempre più critica giorno dopo giorno. I dati evidenziano nel secondo trimestre un ulteriore peggioramento della situazione nelle nostre aziende. Occorre intervenire subito, pena il rischio di interruzione dell’attività produttiva da parte delle imprese che non possono reggere un tale incremento dei costi energetici.

Servono interventi urgenti per gestire l’emergenza e misure strutturali, dalla conferma e potenziamento delle misure fiscali adottate nell’anno in corso, al price cap, fino alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento dell’energia e al contrasto a qualsiasi forma di speculazione, azioni queste che richiedono interventi sia a livello europeo che nazionale.

Ma l’incremento dei prezzi dei prodotti energetici non ha colpito solo le imprese. Anche il potere di acquisto delle famiglie ha risentito dell’aumento dell’inflazione. Ora come non mai è necessario un significativo taglio del cuneo fiscale e contributivo in maniera strutturale per sostenere il potere di acquisto dei lavoratori e rendere competitivo il costo del lavoro per le imprese”.

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