Sabato 27 agosto 2022, alle ore 16, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il Santo Padre Francesco terrà il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione del Beato Artemide Zatti laico professo della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco (Salesiani).
La vita
Artemide Zatti nacque a Boretto (Reggio Emilia) il 12 ottobre 1880. Non tardò ad esperimentare la durezza del sacrificio, tanto che a nove anni già si guadagnava la giornata da bracciante. Costretta dalla povertà, la famiglia Zatti, agli inizi del 1897, emigrò in Argentina e si stabilì a Bahìa Blanca. Il giovane Artemide prese subito a frequentare la parrocchia retta dai Salesiani, trovando nel parroco don Carlo Cavalli, uomo pio e di una bontà straordinaria, il suo direttore spirituale. Fu questi ad orientarlo verso la vita salesiana. Aveva 20 anni quando si recò nell’aspirantato di Bernal.
Assistendo un giovane sacerdote affetto da tbc, ne contrasse la malattia. L’interessamento paterno di don Cavalli – che lo seguiva da lontano – fece sì che si scegliesse per lui la Casa salesiana di Viedma dove c’era un clima più adatto e soprattutto un ospedale missionario con un bravo infermiere salesiano che in pratica fungeva da «medico»: padre Evasio Garrone. Emise come confratello laico la sua prima professione l’11 gennaio 1908 e quella perpetua l’8 febbraio 1911. Egli si consacrò subito e totalmente all’Ospedale, occupandosi in un primo tempo della farmacia annessa, ma poi quando nel 1913 morì padre Garrone, tutta la responsabilità dell’ospedale cadde sulle sue spalle. Ne divenne infatti vicedirettore, amministratore, esperto infermiere stimato da tutti gli ammalati e dagli stessi sanitari che gli lasciavano man mano sempre maggiore libertà d’azione.
Il suo servizio non si limitava all’ospedale ma si estendeva a tutta la città, in particolare alle due località situate sulle rive del fiume Negro: Viedma e Patagones.
Artemide Zatti amò i suoi ammalati in modo davvero commovente; vedeva in loro Gesù stesso. Fedele allo spirito salesiano e al motto lasciato in eredità da Don Bosco ai suoi figli – «lavoro e temperanza» – egli svolse un’attività prodigiosa con abituale prontezza d’animo, con eroico spirito di sacrificio, con distacco assoluto da ogni soddisfazione personale, senza mai prendersi vacanze e riposo.
Conobbe anche la prigione a causa della fuga di un carcerato ricoverato in ospedale, fuga che si volle attribuire a lui. Ne uscì assolto e il suo ritorno a casa fu un trionfo.
Fu un uomo di facile rapporto umano, con una visibile carica di simpatia, lieto di potersi intrattenere con la gente umile. Fu soprattutto un uomo di Dio.
Nel 1950 l’infaticabile infermiere cadde da una scala e fu in quella occasione che si manifestarono i sintomi di un cancro che egli stesso lucidamente diagnosticò. Continuò tuttavia ad attendere alla sua missione ancora per un anno, finché dopo sofferenze eroicamente accettate, si spense il 15 marzo 1951 in piena coscienza, circondato dall’affetto e dalla gratitudine di un’intera popolazione.
Il miracolo
Per la canonizzazione di Artemide Zatti, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione un evento miracoloso, attribuito alla sua intercessione, riguardante la guarigione di un uomo da “ictus ischemico cerebellare destro, complicato da voluminosa lesione emorragica”. L’evento accadde il 24 agosto 2016 a Tanauan Batangas (Lipa, Filippine). L’11 agosto 2016 l’uomo accusò vertigini, conati di vomito, difficoltà a camminare. Fu trasportato al Pronto Soccorso del “Daniel Mercado Medical Center” di Tanunan City, dove fu ricoverato in gravi condizioni. Gli esami clinici evidenziarono ictus ischemico cerebellare destro, complicato da voluminosa lesione emorragica. Il 13 agosto 2016 le condizioni del paziente peggiorarono. Trasferito in Terapia Intensiva, i medici consigliarono un intervento chirurgico, ma l’operazione venne rifiutata dai familiari che non potevano affrontarla economicamente. Il 21 agosto 2016 i parenti, contro il parere dei medici, decisero di riportare a casa il paziente, perché potesse trascorrere in famiglia gli ultimi giorni di vita. Il 22 agosto 2016 il paziente ricevette l’Unzione degli Infermi mentre i familiari attendevano la fine imminente.
In modo improvviso e inaspettato, il mattino del 24 agosto 2016, l’uomo si tolse il sondino naso-gastrico con cui era alimentato e l’ossigeno che l’aiutava a respirare, poi chiamò i parenti dicendo che desiderava mangiare. Nei giorni successivi riprese la vita normale.
L’artefice principale dell’invocazione al Beato Artemide Zatti fu il fratello del sanato, coadiutore salesiano a Roma che, lo stesso giorno del ricovero all’Ospedale, iniziò ad invocare il Beato Artemide Zatti perché intercedesse per la guarigione del fratello. Le preghiere iniziarono antecedentemente l’inaspettato viraggio favorevole del decorso clinico che portò alla guarigione rapida dell’uomo, con recupero funzionale pressoché immediato e completo Sussiste il nesso causale tra l’intercessione del Beato Artemide Zatti e la guarigione del presunto sanato.