Una serata dedicata a santa Maria Maddalena

Cirillo Manicardi, Santa Maria Maddalena penitente (particolare)

“Maria Maddalena tra sacro e profano”: è stato questo il motivo conduttore della seduta di studio monografica – corredata di videoproiezioni – svoltasi la sera di mercoledì 18 maggio per iniziativa della Sezione di Reggio Emilia della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi in collaborazione con l’unità pastorale “Santa Maria Maddalena”.

La chiesa di Gesù Buon Pastore ha ospitato l’incontro, partecipato da un folto e attento pubblico. Aprendo la seduta, Giuseppe Adriano Rossi, presidente della Deputazione reggiana, ha ricordato la prestigiosa mostra in corso ai Musei Civici di Forlì proprio sul tema “Maddalena. Il mistero e l’immagine” e l’entusiastica accoglienza del parroco don Dossetti per la seduta di studio.

Don Giuseppe ha ricordato come il nome dell’unità pastorale – che comprende le parrocchie di San Pellegrino e Gesù Buon Pastore – derivi dal fatto che anticamente questo vasto territorio dipendeva dalla antica chiesa cittadina di Santa Maria Maddalena, che sorgeva ove è la piazza Fontanesi e che venne fatta abbattere dal duca estense per fare posto al mercato dei bovini.

Inoltre ha sottolineato la sua “predilezione “ per la Maddalena, della quale Papa Francesco ha innalzato la festa liturgica – 22 luglio – al grado di quella degli Apostoli.

Aurelia Fresta, socio emerito della sezione di Reggio della  Deputazione di Storia Patria, ha sottolineato nel suo puntuale intervento che Maria Maddalena, nelle sue molteplici identità, è figura complessa e inafferrabile. Donne diverse nominate nei testi evangelici, fuse nell’iconografia e nell’agiografia letteraria, concretizzano in Maddalena insieme peccato, pentimento, rivelazione e salvezza, in una donna che poteva essere indemoniata ma anche perdonata per avere molto amato, addolorata sotto la croce ma anche prima testimone e annunciatrice di Gesù risorto.

Maddalena, oggetto di culto sia in Oriente che in Occidente, è ampiamente rappresentata nella nostra storia dell’arte: dal Quattrocento la pittura e la scultura sono conquistate dai suoi capelli, che il Medioevo vuole lunghi e biondi, simbolo di seduzione e di quell’ “inquietante capacità attrattiva” che Maddalena peccatrice, e peccatrice nella carne, mantiene, e solo una lunga ascesi contribuirà a ricomporre la sua immagine.

Gesù sceglie Maddalena, una donna, per rivelarsi dopo la resurrezione e le si manifesta in un giardino che, con le sue piante e i suoi fiori simbolo di vita, è lo sfondo ideale per una rinascita al mondo.

E questo – ha evidenziato Aurelia Fresta – rimanda alle parole che Papa Francesco ha dedicato alla Maddalena, definendola “apostola della nuova e più grande speranza”.

Maestro della Maddalena, Maddalena e storie della sua vita, 1280 c. Nel cartiglio si legge: “Non disperate voi che continuate a peccare. Seguite il mio esempio e recuperate il perdono di Dio”.

La diffusione del culto magdalenico nella nostra diocesi è stata ripercorsa da Giuseppe Adriano Rossi, che innanzitutto ha illustrato le vicende della chiesa cittadina di Santa Maria Maddalena, con annesso convento, soppressa dal duca di Modena sul finire del secolo XVIII; ha poi ricordato un prezioso reliquiario in argento del piede della Maddalena un tempo conservato a Reggio.

In Ghiara due raffigurazioni ricordano la Santa: il Guercino l’ha rappresentata nella grande pala della Crocifissione e Armando Violi l’ha raffigurata in una statua marmorea.

Dall’Appennino alla pianura numerosi e interessanti sono gli oratori e le cappelle dedicate alla Maddalena, segno della diffusa devozione popolare verso questa Santa; nella chiesetta edificata a San Prospero di Correggio – nella via che dalla Maddalena prende nome – era un legato di messe con obbligo di servire il pranzo a sei poveri il giorno della festa liturgica, 22 luglio.

Inoltre ha presentato due splendidi dipinti raffiguranti la Maddalena penitente, realizzati da eminenti artisti reggiani: uno è stato eseguito attorno al 1813 da Prospero Minghetti; l’altro è opera di Cirillo Manicardi ed è conservato nella chiesa di Nismozza.

La seduta è stata conclusa da una nota poetica: Iride Conficoni ha letto l’inedita poesia “Maria Maddalena al sepolcro” composta in ricordo della madre, che portava lo stesso nome della Santa, una figura che ha sempre colpito e attirato l’autrice, che nei versi si è ispirata alle parole espresse nel Vangelo di Giovanni. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *