Quando la fede diventa carità

Per l’iniziativa #Unitineldono scopriamo insieme a Leonardo Mammi l’Emporio Solidale Oasi di Sant’Ilario.

#Unitineldono @Unitineldono

Se ci guardiamo attorno e se guardiamo all’interno delle nostre comunità che, tutte insieme, formano la Chiesa universale, ci possiamo rendere conto della bellezza che promana da esse, bellezza che si trasforma un bene.

Testimonianza ne sono le tante opere di carità che vengono organizzate da sacerdoti e fedeli laici, opere che sono una testimonianza tangibile del nuovo umanesimo che viene da Gesù Cristo. Non è filantropia ma è, guardando a Gesù vero Uomo e vero Dio, fare in modo che la dignità umana sia rispettata e promossa e, nel fare questo, annunciarlo a tutte le genti.

Quello che oggi raccontiamo è l’esperienza dell’Emporio Solidale Oasi, inaugurato a Sant’Ilario d’Enza il 26 marzo 2022, tramite una breve intervista rilasciata da Annamaria Gianotti, alla quale abbiamo posto alcune domande.

Come nasce il progetto?

Come Caritas territoriale abbiamo iniziato a pensare ad una diversa distribuzione dei generi alimentari durante la pandemia. Le richieste di aiuto aumentavano e la fila di persone a cui donare alimenti all’esterno della sede Caritas era sempre più lunga. L’emergenza sanitaria, ci ha reso tutti più vulnerabili e come Caritas ci siamo sentiti  chiamati a mettere in campo interventi più consoni al tempo che stavamo vivendo. Da lì è nato il desiderio di ristrutturare i locali a nostra disposizione per offrire alle persone un ambiente  più accogliente e  dignitoso. Andando a conoscere altre realtà, è maturata l’idea di dare vita ad un vero e proprio emporio dove le persone potessero scegliere in autonomia i generi di prima necessità disponibili. Dopo circa 6 mesi di lavoro, a  fine marzo 2022 l’Emporio è stato inaugurato. 

Com’è strutturato?

L’Emporio solidale si configura come un vero e proprio negozio dove agli aventi diritto viene rilasciata una tessera  a punti (commisurata allo stato di bisogno) attraverso la quale procurarsi beni di prima necessità, nel nostro caso alimenti e vestiario. L’accesso avviene attraverso il Centro di ascolto Caritas e non sono si escludono invii da parte dei Servizi Sociali del territorio sulla base di criteri concordati. Saranno garantite almeno 2 aperture settimanali grazie alla presenza di personale volontario che, oltre ad assicurare  il funzionamento complessivo dell’Emporio, sarà a disposizione per l’accoglienza e l’affiancamento alle persone. I prodotti messi a disposizione provengono da donazioni di singoli, aziende o associazioni che si occupano specificatamente di ridurre lo spreco  recuperando le eccedenze alimentari.

Quale buona notizia si vuole annunziare?

Attraverso l’Emporio si vuole riconoscere alle persone dignità, capacità di scelta, autonomia anche nei periodi di particolare difficoltà.

Come volontari Caritas inoltre, all’interno della comunità cristiana, ci sentiamo chiamati a metterci in ascolto della Spirito per testimoniare la carità nei confronti delle persone  povere, sofferenti (perché in fuga dalla guerra o per altri motivi) attraverso modalità più consone al tempo che stiamo vivendo. L’Emporio è una possibilità, ma ce ne sono tante altre… e l’emergenza della guerra in Ucraina già sollecita altre risposte. L’auspicio è anche quello di sensibilizzare sempre di più le nostre comunità e il territorio a contrastare le disuguaglianze sociali attraverso gesti concreti di carità.

Per concludere, desidero lasciare alla riflessione del lettore una frase che Benedetto XVI riprende da Padre Kolvenbach: «Come si può, invocando il Padre nostro sulla mensa del Signore e durante la celebrazione eucaristica nel suo insieme, dispensarsi dall’esprimere l’inalterabile volontà di aiutare tutti gli uomini, propri fratelli, ad ottenere il pane quotidiano?». Continuiamo allora, attingendo dalla forza dell’Eucarestia, a prenderci cura, insieme ai nostri sacerdoti, dei fratelli che ci sono affidati.                                                                                                                                                                  

    Leonardo Mammi



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