Il 10 aprile prossimo, Domenica delle Palme, alle ore 16.30 nella Basilica di San Pietro in Roma, durante la celebrazione dei secondi Vespri, il cardinale Mauro Gambetti, Vicario del Papa per la città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, accoglierà alcuni sacerdoti a far parte del Capitolo della Basilica Vaticana: tra questi anche il nostro monsignor Tiziano Ghirelli (foto), sacerdote diocesano, già segretario particolare del Vescovo monsignor Giovanni Paolo Gibertini OSB. Fino al 2019 direttore dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali – Nuova Edilizia di Culto e del Museo Diocesano; delegato vescovile per i rapporti con il Ministero dei Beni Culturali, le Sovrintendenze e la Regione Emilia Romagna in quanto delegato diocesano per le verifiche sismiche degli edifici ecclesiastici e ricostruzione post sisma 2012.
Per dieci anni membro del Comitato della Conferenza Episcopale Italiana per la Valutazione di Progetti inerenti i Beni Culturali della Chiesa. Fino all’assunzione del nuovo incarico, parroco della cittadina Parrocchia dei Santi Pietro e Prospero.
Lo accompagnerà una rappresentanza di amici reggiani che si prevede particolarmente folta. Gli abbiamo chiesto di presentarci il nuovo ministero affidatogli da Papa Francesco.
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Il 28 agosto 2021 Papa Francesco ha avviato la riforma del Capitolo dei Canonici di San Pietro, istituzione fondata da Papa San Leone IX con la Bolla del 1° aprile nel 1053 per curare gli aspetti liturgici e di preghiera nella Basilica vaticana, nonché per la tutela e la valorizzazione del complesso monumentale stesso.
Il Pontefice attuale ha voluto dare nuova linfa a questa istituzione e l’arciprete della Basilica, il cardinale Mauro Gambetti, ha precisato che si vuole “venire incontro alle nuove domande dei fedeli, dei visitatori, cercando di offrire un messaggio che possa far avvicinare il più possibile le persone alla sacralità del luogo, ai significati che custodisce, e possa anche far crescere e sviluppare l’amore e l’attrazione per il bello, la bellezza della liturgia soprattutto, ma anche dell’arte”.
Il Capitolo rinnovato è espressione universalistica della Chiesa: ne fanno parte sacerdoti italiani, americani, sudamericani, francesi e africani. Anche questa è una delle tante “famiglie” che aiutano il Papa nella missione di evangelizzare, presentando il vero volto della Chiesa, attraverso la preghiera e la misericordia.
La Basilica ha accumulato molte testimonianze architettoniche – artistiche e di fede; tali opere, per essere comprese, vanno presentate evocandone contenuti visibili insieme ai retroterra ed alle ragioni che hanno animato i nostri padri.
Chi affolla la navate di San Pietro per i pontificali o si aggira nei musei vaticani ha davanti a sé nelle statue, nei dipinti, negli allestimenti, nelle tombe, gli esiti infamanti e gloriosi, dell’esistenza.
La liturgia cristiana, in particolare, riscatta la vita di chi si fa interrogare; si può cogliere che la comunione dei Santi non è spettacolo, ma cammino, dove anche un modesto atto di carità si ripercuote beneficamente verso i partecipanti e ogni peccato nuoce a tale comunione.
In questo fiume della storia della salvezza, gli astanti vengono invitati ad un Giudizio che non è solo finale, ma che si declina nell’attualità; ecco dunque la necessità di accogliere i pellegrini, e non solo, allestendo occasioni in cui la cultura, la catechesi, la liturgia favoriscano e promuovano un percorso didattico di progressiva conoscenza del Signore, in un movimento improntato dal dialogo e dal confronto, finalizzati all’attrazione e mai all’imposizione, convinti e consapevoli che le verità della fede, non basta siano corrette e convincenti, ma devono essere affascinanti.
Il cardinale Gambetti ha segnalato che verranno realizzati percorsi per i visitatori “ai quali verranno proposti una introduzione ed un accompagnamento nella visita, per favorire loro un’esperienza di bellezza e di ispirazione personale, che scaturisce dall’opera d’arte”.
Sotto altro profilo, ai Canonici il Pontefice chiede di contribuire, per la propria parte, a costruire un’“alleanza sociale”; incontrarsi nell’abbraccio del colonnato berniniano deve diventare un’esperienza di vita, non solo una metafora architettonica, come scrive con sguardo ampio Papa Francesco: “La proposta è quella di farsi presenti alla persona bisognosa di aiuto” (Fratelli tutti, 81).
Il titolo di canonico non è onorifico, ma di orientamento della vocazione ad essere utili alla Chiesa universale, in quanto di ausilio a chi entra in Basilica: non luogo che sovrasta, distrae e intimorisce, ma segno di venerazione e di continuità sulle orme di Pietro.
In San Pietro non ci devono essere forestieri, ma ospiti accolti festosamente.
Tiziano Ghirelli