MCL: occorre uno sguardo attento al comune del Ventasso

La situazione socio economica del nostro crinale ed in particolare del comune VENTASSO, merita una serie di valutazioni non disgiunte dall’esito delle recenti elezioni amministrative.
Le tornate elettorali, non sempre entrano dentro la realtà del territorio per proporre soluzioni certe e strutturali di lungo respiro, alle criticità esistenti.

Guardiamo dentro il territorio ed esaminiamo le statistiche demografiche assumono anche rilevanza socio
economica, peraltro a disposizione di tutti per scoprire che:
-l’indice di vecchiaia che rappresenta il rapporto in percentuale tra il numero di tra 65 enni è il numero dei giovani con meno di 14 anni è di 397,8 anziani per 100 giovani
-l’indice di dipendenza strutturale che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva e di 81.4 individui per ogni 100 persone che lavorano
-l’indice di ricambio della popolazione attiva che rappresenta il rapporto in percentuale tra la fascia dei possibili pensionandi (60/64 anni ) e quella che sta o dovrebbe entrare nel mondo del lavoro (15/19 anni), è di 219 ,3 e questo significa che la popolazione attiva è molto anziana.
Non voglio per ragioni ovvie, (ma è facile desumerlo ,analizzando i dati statistici a disposizione), toccare il divario costante e progressivo dal 2002 ad oggi tra decessi e nascite, pur in presenza di un calo degli abitanti molto marcato.

L’esame di questi indicatori che prefigura una popolazione giovane minore di quella anziana ci colloca in un situazione profondamente regressiva, destinata ad accrescere i divario demografico a sfavore di coloro che hanno non più di 14 anni di età.
C’e chiedersi perché la consultazione elettorale conclusasi con le elezioni amministrative 2021, non ha saputo affrontare (tranne che per alcuni filoni, quali i servizi sanitari), le criticità vere del territorio già
assunte dal mandato della Regione Emilia Romagna 2020/2025, definite Appenino più vicino, valorizzazione identità e potenzialità della montagna, per trasformarle con un processo anche di lungo respiro capace di creare nuove opportunità di sviluppo del territorio.

A questo interrogativo non è facile ,per il ruolo che ognuno di noi riveste, rispondere in modo univoco, in ogni caso è utile rimarcare gli elementi strutturali negativi che portano ad uno stato di profonda
preoccupazione anche alla luce del sistema di consultazione che avrebbe dovuto servire alla definizione delle aree di intervento e che avrebbe dovuto coinvolgere tutti, le istituzioni, le associazioni, gli
imprenditori e le comunità dei cittadini che come spesso avviene, non sono e forse non saranno consultate in modo preventivo rispetto alle scelte da compiere.

Bisogna compiere un’analisi del come si e arrivati a questa situazione e riconoscere che le istituzioni locali non sono state all’altezza del frenare un processo di depauperamento della zona montana, e nel contempo
non hanno saputo ricercare ragioni di alto profilo, per ricostruire nuove azioni collettive iniziando a porre con determinazione alla attenzione delle istituzioni ai vari livelli, le criticità del nostro crinale.

Tutti convengono sul fatto che siamo parte di un territorio nazionale che subisce il calo e l’invecchiamento della popolazione e deve per la debolezza delle prospettive di sviluppo, fare i conti con una sempre maggior difficolta delle condizioni di vita dei cittadini, spesso dimenticate o poco considerate.

Ci aiuta in questo senso l’annunciata attenzione del governo, (che si aggiunge a quanto già prodotto a livello regionale ), al tema delle aree interne e alle necessità di rivitalizzazione di una parte importante del nostro paese.

La certezza che quanto sancito si trasformi anche con l’accesso ai fondi PNRR , in scelte rivolte a contrastare le criticità ambientali e socio economiche del territorio del nostro Appennino , non e cosa scontata, se non intervengono e si attivano processi di forte e motivata partecipazione delle comunità locali.
Un’intesa tra le parti sociali e le istituzioni avente per oggetto una defiscalizzazione quinquennale a favore delle imprese esistenti(agricole , artigianali e industriali e commerciali, turistiche, cooperative e di servizi ) o desiderose di investire nel territorio potrebbe favorire un processo di investimenti o ammodernamento dell’attuale struttura produttiva, accompagnati da quote di occupazione certa.

Servono incentivi alla natalità, che possano per la quantità e qualità e durata fornire risposte certe alla crescita di nuove generazioni e alla tutela delle maternità.
Il tema sanità deve essere rivalutato come un investimento sociale a favore de territorio che reclama risposte certe sui servizi assistenziali di prossimità.

Il patrimonio abitativo, privato , attualmente e in modo esplicito posto in vendita deve essere oggetto di valutazione politica in quanto interagisce sulla situazione demografica del territorio.
Per ostacolare tale processo bisogna predisporre un piano di recupero e rigenerazione sociale e culturale dei borghi a rischio graduale di abbandono e favorire la messa in comune del patrimonio anche attraverso la trasformazione in una rete di b&b a disposizione del turismo.

Lo strumento delle cooperative di comunità va incentivato, sostenuto e, anche su dimensione territoriale in quanto luogo in cui far crescere il protagonismo e l’innovazione a favore della tenuta territoriale.
Il territorio del nostro crinale presenta notevoli debolezze sul fronte della assetto ambientale ed esisto reali rischi a fronte di evidenti eventi atmosferici , di natura idrogeologica.
Questa considerazione avvallata da documenti ufficiali comporta una ripresa urgente di investimenti sull’ambiente.
Una rivalutazione della necessità di riprendere il tema Fondovalle Secchia e diga di Vetto deve essere accompagnata da un piano di sviluppo agro turistico dei territori interessati.
Serve un piano di sviluppo del turismo che sappia abbandonare il criterio della stagionalità che investa tutto il territorio che visivamente, va dal monte VENTASSO, AL MONTE CUSNA e che sappia valorizzare tutte le risorse, le tradizioni e le produzioni locali .

Merita in questo senso assumere a riferimento quanto sancito dalla CEI e rimarcata dal Presidente Cardinale GUALTIERO BASSETTI .
“Serve una alleanza forte tra le comunità ecclesiali e civili e le istituzioni, per poter rispondere in modo adeguato alle istanze dei territori per farli sentire accompagnati e non abbandonati in condizioni disagiate, che hanno grandi capacità di creare forti legami di solidarietà a compensazione delle carenze strutturali.

Per far si che questo avvenga , serve una progettualità profetica a lungo termine che abbia a cuore
l’interesse comune e il bene di tutti.”

Dobbiamo dare seguito alla iniziativa che la Diocesi di Reggio Emilia avvio 20 anni fà (Convegno ecclesiale sulla montagna)e che riuscì in modo straordinario a in rispondere, almeno sul piano delle intuizioni, all’interrogativo vivere in montagna si può…e rispondere con coraggio a PAPA FRANCESCO nell’enciclica LAUDATO SI , quando ci invita ad interrogarci su quello che stà accadendo in casa nostra e guardare dentro al tema inquinamento, al cambiamento climatico, esaminare con molta attenzione la questione acqua, la perdita di biodivesirità, temi presenti nel nostro territorio perché interagiscono sul deterioramento della qualità della vita umana.

Serve riscoprire il ruolo delle comunità locali ( nel crinale solo nel comune Ventasso sono presenti , oltre alle istituzioni locali , 26 parrocchie e a queste si aggiungono varie aggregazioni sociali ), che sono ancora presidio sociale e di riferimento dei territori marginalizzati, offrire loro capacità di ascolto, costruire con loro le risposte ai bisogni e alla necessita di fermare il processo di regressione socio economica e generazionale da tempo padrone del territorio montano.

Queste realtà meritano ascolto e vanno coinvolte a monte delle scelte programmatorie.
Rimettere al centro il valore della vita e la presenza dell’uomo nel territorio significa anche garantire una maggior tutela dell’ambiente che resta ancora una grande risorsa a disposizione di tutti.
C’e il rischio che la nostra montagna diventi un luogo dove i diritti quali la salute, l’istruzione, la viabilità, l’ambiente salubre vengono negati?
Si tratta di una grande sfida a cui nessuno dei soggetti interessati può sfuggire.

Marino Friggeri

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