Il silenzio di Dio

Un percorso di esegesi scientifico e approfondito, ma tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore sul tema del silenzio di Dio. Per l’Antico Testamento l’analisi ha affrontato la crisi del profeta Elia sul monte Oreb, dove Dio gli si presenta come “voce di silenzio che si frantuma” (1Re 19); la crisi nel Salmo 88, l’unico salmo in cui l’orante, alla fine, non trova alcuna risposta da Dio; infine la crisi del Servo sofferente, chiamato ad offrire la sua vita, la sua sofferenza e la sua morte (Is 53). Per il Nuovo Testamento è stata presa in esame la morte in croce di Gesù nel secondo vangelo: Gesù, che prova paura e angoscia, rimane comunque fedele a Dio, il quale, per amore e rispetto dell’uomo, non interviene, accettando persino la morte del Figlio amato.

Laura Invernizzi, Luca Mazzinghi, Ermenegildo Manicardi, Carlo Broccardo, Il silenzio di Dio (Edizioni San Lorenzo 2021), prefazione di Alberto Bigarelli, a cura di Aldo Peri; 190 pagine, 14,85 euro.

“Il cristiano non può non ricordare che la sua fede si fonda su un’assenza e su un silenzio, ben simboleggiati da una tomba vuota (cf. Mc 16,1-18 e parall.) Sì, il cristianesimo si fonda su un’assenza originaria, su una kenosi che non è morte, ma vita. Abbiamo bisogno di trovare Dio ed Egli non può essere trovato nel rumore e nell’irrequietezza. Si può dire che Dio è amico del silenzio. «Guarda come la natura – gli alberi, i fiori, l’erba – crescono in silenzio; guarda le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio… Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare le anime» (Madre Teresa di Calcutta)”.

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