L’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Congo, nel ricordo di Don Matteo Galloni

E’ tornato in questi giorni alla ribalta delle cronache l’assassinio, rimasto impunito, dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, perpetrato il 22 febbraio 2021, su quale era sceso un assordante silenzio.

”La morte di Luca Attanasio, di Vittorio Iacovacci e del loro autista ci spezza il cuore, e tutti noi della Famiglia Amore e Libertà ci stringiamo ai familiari, ai loro colleghi della Farnesina e dell’Arma dei Carabinieri”.

Così si leggeva sul sito della Comunità Amore e Libertà fondata a Firenze nel 1988 da don Matteo Galloni, ordinato sacerdote il 31 ottobre 1986 nel santuario della Beata Vergine dell’Olmo di Montecchio dal Vescovo Gilberto Baroni. Cofondatrice è stata la sassolese Francesca Termanini, allieva di don Galloni al liceo.

Sul sito delle Comunità di don Galloni veniva sottolineato di Luca Attanasio l’impegno a favore della società civile. “Luca Attanasio era uno degli ambasciatori italiani più giovani nel mondo. Nella sua carriera si è contraddistinto per il suo senso del dovere e per il grande impegno a servizio della società civile. In una delle sue prime interviste, dopo essere stato nominato ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, raccontava: Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato non lo è in Congo dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani ma anche contribuire per il raggiungimento della pace”.

Ha sostenuto con la moglie Zakia Seddiki numerose battaglie in aiuto ai più vulnerabili, ricevendo lo scorso ottobre il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. Aveva fatto visita alla Missione Amore e Libertà a Kinshasa, contribuendo alla costruzione di una società più giusta ed equa, in cui tutti i bambini hanno eguali diritti”.

Don Matteo Galloni, classe 1954, è stato insegnante di religione al liceo “Formiggini” e all’Istituto “Baggi” di Sassuolo, e per un biennio ha prestato il suo ministero sacerdotale in diocesi prima a Montecchio poi a Braida.

Nel 1997 nasceva nella Repubblica Democratica del Congo la prima missione ”Amore e Libertà” nell’estrema periferia della capitale Kinshasa con l’accoglienza dei bambini di strada in case-famiglia con progetti educativi a lunga scadenza. Poi gli interventi si sono ampliati: scuola, parrocchia di San Luc Banabakintu; casa di formazione per futuri sacerdoti; progetto agricolo a Kimpoko.

A don Gallioni faceva eco il vescovo della diocesi congolese di Uvira (Sud Kivu), mons. Sébastien-Joseph Muyengo: “Quello che è successo il 22 febbraio a Goma, con l’assassinio dell’ambasciatore d’Italia Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci che lo accompagnava, non fa che confermare quanto diciamo da tempo: qui regna la totale insicurezza. Se possono uccidere un diplomatico di questo rango in quel modo, pensate a quello che può accadere ai comuni abitanti dei villaggi. L’Ambasciatore era un amico che avevo conosciuto grazie ai padri Saveriani. Amava molto il Congo e i congolesi. Si trovava nel Nord Kivu per una missione umanitaria, era un uomo di pace e di grande amicizia”.

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