Ritornare a Messa?
Da troppi mesi rischiamo di banalizzare il “ritorno a Messa” dopo il lockdown e dopo il periodo più duro della pandemia. In parte l’inerzia (sempre in agguato nella pastorale) e in parte il desiderio che “tutto ritorni a funzionare” (comprensibilissimo), rischiano che i nostri reiterati inviti a partecipare all’assemblea liturgica domenicale suonino come “mera necessità” di riprendere una sana abitudine.
Per alcune persone è, in effetti, così; ma per molte altre non è un’argomentazione sufficiente. Troppo forte è stato lo sconquasso per ritenere che le cose possano continuare indisturbate “come prima”. Nel frattempo, infatti, molte persone devono fare i conti con nuove necessità urgenti, le consuetudini si sono trasformate, i criteri di lettura della realtà sono stati invasi da notizie e analisi talvolta distanti da una prospettiva evangelica, da rendere la fede apparentemente inservibile per affrontare questa emergenza. E tutto questo è accaduto e accade non “ai lontani”, ma “a tutti noi” operatori pastorali, genitori, fedeli. Anche noi, infatti, siamo dentro alla storia del mondo.
«Per un’altra strada fecero ritorno…»
La proposta formativa del Servizio di Pastorale Giovanile e dell’Ufficio Catechistico nel corrente anno pastorale ha voluto provare a raccogliere questa “rottura” per farne occasione di riflessione e confronto sull’Eucaristia. Sono ormai 7 anni che i due uffici organizzano un percorso in quattro tappe (4 serate oppure 2 pomeriggi) per catechisti ed educatori insieme, percorso caratterizzato da una spiccata modalità laboratoriale, da una pluralità di dimensioni formative intrecciate, da una diffusione sul territorio in 6 luoghi diversi. Si è scelto di dedicare il prossimo triennio alla dimensione sacramentale della vita cristiana, non in senso tecnico-cerimoniale, ma nel suo innesto nella Pasqua di Gesù che si riverbera nell’esistenza del discepolo. A questo primo anno sull’Eucaristia, seguiranno il secondo dedicato alla Riconciliazione e il terzo a Battesimo-Cresima.
I titoli delle quattro tappe lasciano intravedere il percorso, che qui non illustriamo nel dettaglio lasciando che la curiosità stimoli qualche lettore catechista/educatore a partecipare. Si parte da lontano, raccogliendo esperienze e riflessioni dei partecipanti attorno alla messa e provando a entrare nell’intenzionalità con cui Gesù consegna quei gesti ai discepoli dicendo “Fate questo…”. La seconda tappa percorre la messa come un viaggio, senza perdersi in dettagli, ma provando a far esperire ai partecipanti il gusto di un agire simbolico, agire tutt’altro che superficiale ma anzi decisivo per l’esperienza umana. Nell’intreccio delle diverse dimensioni coinvolte, la terza tappa tesse il filo dello stile di vita del discepolo, di cui la celebrazione liturgica è culmine e fonte. Infine, l’ultimo passo suggerisce alcuni spazi di cura possibili per le celebrazioni nelle nostre comunità.
Il percorso si è per ora svolto a Reggio e a Montecchio. È sempre sorprendente vedere il coinvolgimento e il desiderio di approfondire da parte delle persone che partecipano. Insieme ad alcune criticità da migliorare nelle prossime edizioni, ci pare di poter raccogliere che l’intuizione che questo sia un tempo in cui occorre ri-significare l’Eucaristia sia azzeccata e opportuna: Ti ho disegnato sul palmo delle mie mani ha provato e prova a dare un piccolo sostegno. Come ormai è noto, in questi percorsi si è ben lontani dal ricevere “ricette pronte all’uso”; la prospettiva è invece quella di aprire strade di lavoro, che devono poi essere approfondite dai singoli, in un lavoro personale anzitutto, per poi essere condiviso e portare frutto nella propria realtà ecclesiale.
Nei primi mesi dell’anno nuovo, Guastalla, Sassuolo, Correggio e Castelnovo ne’ Monti ospiteranno il percorso secondo il calendario indicato qui a lato.
don Stefano Borghi
don Carlo Pagliari