I 100 linguaggi dei bambini, il prezioso e ricco tesoro di fantasia e sapienza che essi riescono – quasi per magia – a trasmettere al mono dei ‘grandi’, hanno fatto un altro miracolo con Reggionarra 2021. Intorno e dentro le storie narrate e rappresentate, Reggio Emilia si è ritrovata, in una dimensione umana, di dialogo e di ascolto, di pacifico utilizzo dei cinque sensi, dopo mesi tormentati dalla pandemia.
Quella del 2021 è stata una edizione-scommessa di Reggionarra, per altro in scena con le scuole ormai chiuse e l’estate ormai dichiarata. Eppure le famiglie hanno partecipato con entusiasmo e con quella voglia di esserci, rivedersi, ritrovarsi (con le cautele del caso).
Nonostante tutto, sono state oltre 1.200 le presenze ai 37 eventi programmati da Reggionarra in soli due giorni – 26 e 27 giugno – ai fiabeschi Chiostri di San Pietro, alla sorprendente Biblioteca Panizzi e al Teatro Zavattini, la Cavallerizza di antica memoria.
In tutto 9 spettacoli, 4 laboratori di arte e ombre, 5 presentazioni o letture di libri, per la maggior parte a ingresso gratuito, con aggiunta di musica e persino colazioni.
Mobilitata una trentina di persone degli enti promotori che hanno fatto funzionare la ‘macchina magica e misteriosa’ di Reggionarra insieme a una decina di volontari e allo staff del Teatro dell’Orsa.
D’altro canto, il titolo di Reggionarra 2021 era ‘Scoppi di meraviglia’ – illustrato dal progetto grafico realizzato da Reggio Children – che alludeva a una frase di Albert Einstein: “La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero. Sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. L’uomo per il quale non è più familiare il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e umiliarsi davanti alla creazione è come un uomo morto, o almeno cieco”.
“Questa è stata una edizione strana, come tutto quello che facciamo al tempo del Covid – afferma Annalisa Rabitti, assessora Cultura, Marketing territoriale e Pari opportunità – Ma è stata, ed sono alcune sue caratteristiche principali, una edizione ‘cercata’, coraggiosa e in qualche modo commovente, grazie alle persone, ai servizi e agli enti coinvolti, alle Fondazioni, agli artisti che vi hanno lavorato e ai tre magnifici luoghi della città che l’hanno ospitata. Potevamo ‘fare senza’ e rimandare al prossimo anno. Invece l’abbiamo profondamente voluta, perché crediamo che narrare storie ai bambini (e ai grandi) sia un modo per credere in loro, nella loro parte più bella: accendere la fantasia e l’immaginazione, la meraviglia, il seme di ogni vera scienza. Era importante un atto di fiducia proprio verso di loro, i bambini e le bambine, i cittadini più preziosi che abbiamo. E la città ha risposto: spettacoli pieni e occhi che brillano per questa edizione 2021. Una Reggionarra nonostante tutto”.
“Abbiamo bisogno di eventi che ci tengano stretti dentro un cerchio di stupore, che ci risveglino alla vita, che nutrano i legami tra le generazioni – dice Monica Morini, curatrice della direzione artistica di Reggionarra – Per questo la città sente con tanto affetto l’appuntamento di Reggionarra, perché è una comunità che si muove. Abbiamo bisogno di un ascolto nuovo e Reggionarra vive grazie a una rete di sguardi che si sono formati dentro un processo partecipato tra i genitori, nelle scuole, con il Laboratorio Rodari, tra le bambine e i bambini, cittadini di uno spazio sociale che non rinuncia alla bellezza e alla cultura per tutti.
“Volti grati e sorridenti uscivano dagli eventi, una grande emozione ritrovarsi dal vivo, allenarsi a prendere un nuovo punto di vista, grazie alle storie, alla musica, all’arte, alle ragazze e ai ragazzi Raccontastorie di Città senza barriere, ai Genitori Narratori insieme alle artiste e agli artisti – conclude Morini – Il clima è stato di euforia, stupefacente è stata la restituzione degli spettatori, non scontata in un tempo che ci vede ancora convalescenti dopo una grande ferita collettiva. Le storie sono balsamo e cura per tutti, custoditi dalla bellezza e dal pubblico che ha abbracciato con entusiasmo gli appuntamenti. Il Teatro dell’Orsa fin dall’origine investe tutta la sua energia per la realizzazione di questo miracolo fatto di molti cuori”.