Reagire con la massima determinazione

Le istituzioni pubbliche reggiane
si costituiscano Parte Civile
La storia drammatica di Saman Abbas costituisce un attacco violentissimo alla libertà personale sancita dalla Costituzione Italiana del cui esercizio sono garanti le Istituzioni Pubbliche perché, come ha sottolineato il Presidente della nostra Regione Stefano Bonaccini, “la vita di una persona, di una ragazza di diciotto anni, il diritto di essere ciò che si è e ciò che si vuole essere è un diritto inalienabile che non può essere messo in discussione o negato da nessuno”.

Questa assunzione di responsabilità istituzionale è alla base della decisione, nelle ultime ore, della Commissione d’inchiesta sul femminicidio del Senato che ha deliberato di avviare subito un’indagine sulla scomparsa di Saman Abbas.
Per la assunzione di stessa responsabilità istituzionale, è opportuno che le Istituzioni Pubbliche Reggiane, in particolare l’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana e la Provincia, si costituiscano Parte Civile nel processo a carico dei responsabili di una tragedia che ha colpito al cuore le nostre Comunità.

Prevenzione: un numero verde
per chi ha bisogno di aiuto e per chi vuole aiutare
Se la richiesta di aiuto arriva ad un Servizio, ad una Associazione competente o ad una Istituzione ci sono buone probabilità, mai la certezza come insegna la storia di Saman, che il “cammino verso la libertà e l’autodeterminazione personale” abbia buone probabilità di realizzarsi.
Il nodo più critico viene prima. Quando alla volontà di chiedere aiuto o di aiutare chi ha bisogno non corrisponde una possibilità prossima, facilmente agibile e soprattutto protetta perché garantita dall’anonimato.
Il nodo cruciale è come far emergere questa richiesta di aiuto in situazioni familiari in cui una persona, spesso una ragazza che si oppone ad un matrimonio forzato, è letteralmente segregata in casa, fra le mura domestiche, “sepolta viva”.

A Saman era concessa una boccata d’aria per qualche minuto alla sera quando attorno alla casa in cui abitava non c’era nessuno.
Un numero Verde costituisce una buona opportunità.
Il Progetto “Rete Nazionale Antiviolenza a sostegno delle donne vittime di violenza”, attivo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha istituito un servizio di call center mediante il “Numero Verde 1522”.

Gli operatori forniscono alle vittime, assicurando loro l’anonimato, un sostegno psicologico e giuridico, nonché l’indicazione di strutture pubbliche e private presenti sul territorio a cui rivolgersi. Il servizio multilingue, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, dà una prima risposta immediata alle vittime e contribuisce all’emersione delle richieste di aiuto favorite dalla garanzia dell’anonimato.
Il problema non è lo strumento ma la conoscenza dello strumento. Sarebbe sufficiente verificare quanti cittadini conoscono questa opportunità. Informazione capillare su questo Numero Verde, e su altri presenti sul territorio per la medesima finalità, l’obiettivo urgente e prioritario.

L’abbandono scolastico rappresenta
una «spia» da monitorare
La storia di Saman ci insegna anche questo: la famiglia che ha paura della libertà della figlia le fa interrompere il percorso scolastico, anche obbligatorio, ritenendo che, drammaticamente a ragione, la scuola sia fonte di libertà.
L’abbandono scolastico registra una differenza enorme tra giovani con cittadinanza italiana e giovani con cittadinanza straniera, 11.3% i primi e 36.5% i secondi (dati 2020).
Negli ultimi 10 anni l’abbandono scolastico tra i giovani stranieri non è mai sceso sotto il 30%. L’Italia detiene questo triste primato in Europa.
Monitorare l’abbandono scolastico, soprattutto la scuola dell’obbligo, può aiutare ad individuare famiglie potenzialmente a rischio per promuoverne un’attenta osservazione.

Diventa allora importante realizzare questo monitoraggio, dotarsi di queste preziose informazioni non solo a livello nazionale ma anche a livello locale, comunale, assicurando queste informazioni sensibili preliminarmente alle Amministrazioni Comunali per favorire l’esercizio concreto della loro responsabilità sociale e comunitaria.

Marcello Stecco

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