Coltivare da sé? Non è affatto un’idea del cavolo!

Pensare di coltivare un orto in casa non può essere solo considerato un fatto di moda, ma nasce dalla volontà di recuperare un rapporto ancestrale con la madre Terra e con il riassaporare la stagionalità delle materie prime.

Provare a seminare qualche piantina, vederla crescere e raccoglierne i frutti da usare sulla nostra tavola, è certamente vantaggioso da un punto di vista prettamente economico, ma è soprattutto emozionante. Attenzione, costanza & pazienza sono le tre parole chiave da tenere bene a mente nell’intraprendere questa avventura.

Ad aiutarci, però, c’è anche la “programmazione”, che ci consente di organizzare l’orto in base alle reali disponibilità di spazio e tempo che abbiamo.

Capita spesso, infatti, che dopo il primo entusiasmo si perda lo sprint iniziale perché ci si accorge che sono più le fatiche e gli oneri che i successi e le soddisfazioni. Non bisogna dimenticare che dedicarsi ad un orto richiede uno sforzo fisico al quale magari non si è preparati. In questo articolo, vi svelo come il sogno di veder crescere, raccogliere e gustare la verdura fresca diventi realtà anche in città!

Per sentirsi a tutti gli effetti “orticoltori soddisfatti” vi consiglio di individuare un’area che sia il più possibile regolare, senza avvallamenti o cunette che rendono difficile le fasi di preparazione del fondo, facile da raggiungere (se non avete la fortuna di avercela proprio dietro casa!) e che si possa attrezzare con vialetti di una larghezza minima di 50 cm e con un capanno/ricovero degli utensili basilari ed è fondamentale che il terreno sul quale si decide di coltivare sia baciato dal sole per diverse ore al giorno e abbia buone caratteristiche chimico-fisiche (da migliorarsi poi con le lavorazioni e concimazioni) per la crescita degli ortaggi e dei piccoli frutti prescelti.

Capire quale tipo di terreno abbiamo di fronte non è poi così complicato. Io, di solito, prendo una zolla di terra e la inumidisco e osservo…se rimane compatta è a prevalenza argillosa, se si sfarina vuol dire che c’è una buona componente sabbiosa. In commercio, poi ci sono kit che si basano su soluzioni chimiche per l’analisi di un campione di terra compreso il suo pH.

Tendenzialmente un orto completo per il sostentamento di una sola persona dovrebbe misurare almeno 70 mq, ma vi posso garantire che si ottengono risultati soddisfacenti anche con soli 35-40 mq e sui terrazzi/balconi si può coltivare in verticale! Come? Mettendo a dimora piante e cespugli a ridosso di muri-recinzioni e facendovi abbarbicare sopra piante rampicanti come piselli, cetrioli o fagioli, ma anche ribes e lamponi.

Chi è alle prime armi può facilitarsi l’impegno partendo dall’acquisto e successiva messa a dimora di piantine, bypassando di fatto il momento cruciale (e sotto certi punti di vista, preoccupante) della semina.

Vi consiglio allora, di propendere per i ravanelli che si possono piantare tutto l’anno, ma anche di circondarvi di insalate (si prestano tantissimo per la vita in vaso); i fagioli, i pomodori e le zucchine fruttificano tutta estate e le patate richiedono, sì spazio in profondità, ma pochissimo lavoro in superficie.

E perché non accostare fra loro lattughe & fiori? Gli inglesi lo fanno da sempre… oltre al discorso ornamentale, c’è un motivo pratico: le piante si proteggono tra loro, migliorano la fertilità del terreno e attirano gli insetti “buoni”.
Insomma mescolare in modo più o meno ordinato fiori e ortaggi complica la vita degli insetti parassiti, perché i fiori offuscano il loro senso di localizzazione.

Ecco allora i jolly che non possono mancare in un Kitchen garden che si rispetti: le piante aromatiche, il Nasturzio e l’Artemisia bianca, l’Aneto, ma anche i girasoli a fiore piccolo e l’Amaranto; largo a bordure di perenni come Achillea & Aster. Lo sapevate? Il garofanino d’India (Tagetes patula) protegge le radici dei pomodori dai nematodi e poi nello stesso vaso stanno benissimo… provare per credere!

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