Lascio la città per andare a Casina, in un anno cambiano vita 215 persone, in prevalenza giovani e donne
Si scrive Casina, si legge voglia d’Appennino. “C’è chi scopre il nostro territorio prima come luogo ideale per avere una seconda casa, ma poi per venirvi a vivere stabilmente. Ma anche chi lascia la città per fare il grande salto verso le prime montagne, relativamente vicine alla città, grazie alle nuove gallerie”, spiega il sindaco Stefano Costi commentando numeri che indicano una singolare tendenza.
Nel 2020, a discapito di un saldo demografico a volte negativo tra i comuni della montagna, i nuovi casinesi “d’importazione” sono stati ben 215, in prevalenza giovani e donne che, al netto delle emigrazioni (137), rende un saldo positivo di + 78 unità (l’anno precedente la differenza si fermò a +34).
“Persone – osserva il sindaco Costi – che avevano in larga parte maturato la scelta di vivere dai noi prima dell’emergenza Covid, usufruendo anche del bando della Regione Emilia-Romagna per vivere in Appennino. Il boom verso Casina, però, ha molteplici radici: sicuramente la naturalità del luogo, la vivibilità (niente traffico e smog) di capoluogo e delle frazioni, l’offerta di servizi e la vicinanza alla città. Un esempio: iscriversi agli asili del territorio è facile e non richiede le liste d’attesa della città”.
“E il numero di + 78 che risulta tra la differenza tra i 215 nuovi arrivati e chi, purtroppo, lascia il nostro comune (137 persone, appunto, nel 2020), è più del doppio delle nuove nascite: l’anno scorso sono state 37 (3 in più rispetto al 2019) – rileva Romana Cilloni, dell’ufficio statistica del Comune -. Singolare il fatto che a Casina, nell’anno del Covid, i decessi siano stati meno del 2019: 80 contro 99. Nel complesso si è registrato un saldo positivo, quindi, di 76 unità. E nei primi quattro mesi dell’anno i nuovi casinesi (quasi 50) superavano quelli emigrati (36)”.
“Casina ad oggi conta poco più di 4.500 abitati – riprende il sindaco Costi – un numero incoraggiante. Ed è anche guardando allo sviluppo e alla crescita della popolazione che abbiamo messo in campo, in questi quatto anni, il nostro progetto per Casina, articolato in opere urbanistiche, culturali, turistiche, commerciali oltre che a sostegno dell’associazionismo. Ci è chiaro che se l’offerta in questi ambiti è all’altezza delle aspettative dei nuclei famigliari, oltre che alla possibilità di lavorare in loco ”.
Un’analisi del fenomeno la offre Romina Bertoni, agente immobiliare di Casina che, spesso, incrocia per prima queste persone: “Confermo che si tratta di persone giovani. Rispetto al passato, quando c’è era solo molta curiosità, ora c’è gente che si vuole spostare e compra, proprio qui dove un tempo si poteva comprare la seconda casa con poco”.
Cosa richiedono i nuovi abitanti d’Appennino?
“Hanno l’esigenza di sistemazioni decorose, una stanza in più dedicata allo smart working, magari open space, un giardino per il verde o l’orto. La disponibilità di spesa per famiglia si aggira sui 200 – 250 mila euro”.
L’effetto pandemia?
“Ha aumentato la ricerca di case, lo abbiamo visto anche in estate certo. Però questo ha comportato da un lato il saturarsi di disponibilità di case nella fascia collinare, dall’altro persone che ora hanno ritirato la casa dal mercato, tornando a considerarla come bene rifugio”.
Le esigenze del momento?
“In diversi chiedono anche un pezzo di terreno o di bosco, ma non è ovviamente facile stante la prelazione degli agricoltori o dei confinanti. Ma, tre le più singolari, giovani che scelgono di vivere vicini, una sorta di grande famiglia con spazi comuni e camere e servizi separati”.
Per il futuro?
“Esaurita la collina – conclude l’agente immobiliare – inevitabilmente la richiesta di case si sposta verso l’alto. Per questo c’è bisogno di un albergo diffuso in tutta la montagna con servizi minimali ora che c’è molto fermento”.
LE STORIE DI ALCUNI NUOVI ARRIVATI
Le storie di due giovani coppie
Nicoletta Manara, 39 anni, avvocato, originaria di Pavia ma spostata a Reggio con Alberto Ferioli, 44 anni, avvocato che spiega di essere nato e cresciuto “entro il perimetro dell’esagono. Abbiamo trovato casa a Casina tramite una ricerca immobiliare, ma ci piaceva l’idea di essere in un contesto matildico. Sono anche ciclista e qui ero solito fare tappa (obbligata) al bar del capoluogo. La città non faceva più per noi ci sentivamo soffocare”. “Potere uscire di casa e fare due passi in una bellissima pineta ed essere comodi ai servizi non ha prezzo – aggiunge Nicoletta –. Anche mia madre ha condiviso la nostra scelta ed è contentissima di Casina e qui possiamo per altro avere un immobile più spazioso e idoneo alla gestione famigliare”.
Pamela Belli, 39 anni di Reggio, impiegata, Matteo Corghi, 46 anni, cantante di Rubiera abitavano a Borzano di Albinea. “Borzano è una isola felice ma abbiamo scelto Casina, dove viviamo da 8 mesi, perché pur essendo in Appennino non è troppo distante dalla città, cercavamo comodità ai servizi e un luogo che fosse comodo per Pamela, ma che fosse anche vicino al verde e alla natura. Certo, abbiamo fatto i conti con le comodità e le strade e Casina in tal senso è ben servita”. “I miei parenti – spiega Pamela – erano nati qui e alcuni conservavano il ricordo di una montagna di miseria, dove occorreva fare anche 3 ore di cammino per avere sale e zucchero. ‘Ma nana, sa vet a fer lassò in elt? An ghe’ gnint, sta chee! – Cara, cosa vai a fare lassù in alto, non c’è niente, stai qui ndr – è stato il commento di una mia zia al nostro cambio di vita. E invece…”