Una grande stele e un nuovo ponte sulla Via Matildica del Volto Santo

Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco emiliano: due nuovi punti di rilievo per la via Matildica del Volto Santo a beneficio di camminatori e turisti. Accade a Canossa e Villa Minozzo.

A Canossa, nella fattispecie, è stata posata in questi giorni la grande stele in arenaria dal peso di 2.600 Kg per due metri d’altezza. Su di essa, un artigiano locale, ha raffigurato l’emblema della Via, il labirinto circolare scolpito all’entrata del Duomo di Lucca.

La stele è stata posata nel piazzale che conduce al Castello del Perdono di Canossa.
“Questa via così identificata – spiega Fausto Giovanelli, coordinatore della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano – è un cammino storico religioso di livello europeo tra Mantova e Lucca. Ora sta prendendo forma e visibilità permanente. È infatti un percorso destinato a restare e – di nuovo e a modo suo – a fare storia nei territori attraversati.

La Via Matildica del Volto Santo attraversa tutta la provincia di Reggio Emilia e connette tre regioni e due città, una Riserva di Biosfera e due centri patrimonio dell’umanità dell’Unesco”. Da inizio anno erano stati posati i 60 cippi realizzati di minori dimensioni che ne marcano il percorso in Appennino, come pietre miliari. La stele di Canossa è collocata all’incipit del percorso montanaro.

A Villa Minozzo, sempre sul medesimo percorso del Volto Santo, in quella che un tempo era identificata come via Maestra tra Morsiano e Gazzano, sono già avvenute le principali e spettacolari azioni di installazione del ponte sul rio Cervarolo, in sostituzione di uno precedente crollato nel primo dopoguerra.

Il nuovo ponte consentirà il passaggio di bici e pedoni. “Si tratta di una struttura in acciaio e legno, lunga 12 metri, largo 1,5 metri (larghezza idonea al transito in sicurezza) – spiega Sergio Guidetti, geologo – ha una altezza di 8 metri sulla forra che consente di bypassare. Progettato dall’ingegnere castelnovese Simone Del Rio, risulta particolarmente suggestivo. È in acciaio, ai fini di durare nel tempo.

La sua realizzazione è stata concordata con la Sovraintendenza ai beni architettonici e ambientali della Regione Emilia-Romagna. La stessa Sovraintendenza ha richiesto un colore che si abbinasse alle arenarie del posto”. 30.000 euro il costo dell’opera finanziata dal Por Fesr del Parco nazionale dell’Appennino.

Particolarmente soddisfatto Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo e consigliere del Parco nazionale dell’Appennino: “La Via Matildica si apre con una nuova anima all’alta valle del Dolo, sopra la diga di Gazzano.

Questo era un punto particolarmente critico, ben risolto dato che, ora, consente ai camminatori della stessa Via di accedere alla sinistra del Dolo. Il ponte è di elegante fattura, con camminamento in legno e si inserisce bene nell’habitat del posto. In questo modo – grazie al Parco Nazionale – abbiamo valorizzato il percorso di questa via millenaria anche verso l’Abetina Reale e poi Lucca”.

Gabriele Arlotti

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