Lacrime e fiele sui titoli di coda della stagione granata. Alla fine la retrocessione in serie C è arrivata, come era purtroppo nell’aria da tempo, sebbene fino in ultimo ci fossimo illusi che qualcosa potesse farci scampare il triste destino.
Ventuno anni di attesa per un solo campionato di B, giocato interamente a porte chiuse, senza possibilità di godersi una partita dal vivo per i tanti tifosi che per così a lungo avevano atteso il ritorno nel calcio che conta.
è tutto già finito e ora chissà quando ci ricapiterà. C’è sempre un’altra stagione, dice il protagonista del romanzo “Febbre a 90°”, per sottolineare la serafica pazienza dei fan del football anche di fronte alle delusioni più grandi.
E sarà così anche per noi appassionati della Reggiana, non c’è dubbio. Sulle bacheche dei social network, in questi giorni, ho letto con sollievo più dichiarazioni d’amore per la maglia granata che contumelie. Certo, la delusione è enorme, ma nel complesso non è venuto meno quello spirito di attaccamento che ho conosciuto bene tra chi è veramente della Regia, ben sintetizzato dal bellissimo slogan “Ti amerei anche se vincessi”.
Piuttosto a stonare è stato lo sfogo dell’ex presidente Luca Quintavalli, che, all’indomani del k.o. contro la Spal e della matematica condanna alla serie C, ha postato in rete parole molto dure, senza fare nomi, ma evidentemente rivolte a qualche esponente della società di cui lui stesso detiene ancora una piccola quota.
L’ex patron granata, al timone nel doppio salto dai Dilettanti alla serie B, ha parlato di “ipocrisia mediatica” e “tanta arroganza”, senza circoscrivere meglio le proprie rimostranze. Non è un bel segnale, a prescindere dalle motivazioni che possono essere dietro questo j’accuse.
Il popolo granata, più del fatto di dover ricominciare dalle periferie del calcio a settembre, ha paura che si possa incrinare qualcosa nella stanza dei bottoni, che inizi a scricchiolare quell’equilibrio che ha portato a costituire negli ultimi anni una delle più solide e affidabili compagini societarie che si ricordino.
I fantasmi del passato recente e i tanti rospi ingoiati nei precedenti lustri suscitano ancora una certa inquietudine.
Gestire calcio a certi livelli è costoso e generalmente regala poche soddisfazioni. A volte, come nel nostro caso, rifila anche grandi amarezze.
Ma si può e si deve guardare avanti, facendo tesoro degli errori commessi per ripartire con la medesima carica che abbiamo vissuto la scorsa estate, a promozione appena sfornata.
Sì, lo si può fare anche dopo una retrocessione in serie C, grazie ad una piazza come quella di Reggio che ha sempre le braccia spalancate e il cuore aperto per la sua amata maglia granata.
#unbelviaggio era l’hashtag scelto dal club per accompagnare il campionato di serie B. Non è stato così bello come avremmo voluto, ma ora un altro viaggio ci attende e tocca a tutti noi, dai padroni del vapore all’ultimo dei tifosi, renderlo piacevole e appassionante.