Nonostante nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) non sia prevista alcuna modifica dell’attuale sistema pensionistico, da più parti si parla della conclusione di Quota 100. Adelmo Lasagni, segretario generale dalla Fnp Cisl Emilia Centrale, esprime la propria perplessità di fronte a tale possibile scelta del governo.
“Siamo contrari ad una chiusura così netta e definitiva della Quota 100: prima bisogna definire, attraverso un confronto tra governo e parti sociali, delle valide alternative”.
Sono oltre 15.000 i neopensionati reggiani annuali: la conclusione di Quota 100 interesserebbe in futuro parecchie migliaia di persone.
“Da tempo, come federazione dei pensionati della Cisl, assieme alla confederazione ed alle altre organizzazioni sindacali, chiediamo che si apra un confronto per avviare una riforma strutturale delle pensioni – afferma Lasagni -.
Anzitutto bisogna individuare un meccanismo di uscita flessibile, per evitare il rischio di altri esodati se venisse superata la Quota 100 da gennaio 2022. Riteniamo indispensabile che anche per i pensionati vi sia una riduzione della pressione fiscale e che vada resa strutturale l’opzione donna”.
“Vista la perdita del potere di acquisto degli ultimi anni, prosegue il segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale, riteniamo vada ampliata la platea dei beneficiari della 14° mensilità e che venga rivisto il meccanismo di rivalutazione delle pensioni.
E’ necessario introdurre una pensione di garanzia per i giovani e per tutti coloro che hanno una carriera discontinua o che hanno interruzioni di contribuzione, anche per questo è importante che la previdenza basata sul sistema contributivo sia accompagnata dalla previdenza complementare”.
“Inoltre – continua Lasagni – è ormai improrogabile la distinzione tra previdenza e assistenza! Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza un primo segnale positivo verso una legge sulla non autosufficienza c’è.
Proprio l’esigenza di occuparsi della condizione di non autosufficienza delle persone anziane è e resta al centro delle nostre preoccupazione.
Per questo – prosegue il segretario – esprimiamo un giudizio positivo sull’impostazione del documento del governo che propone, come noi chiediamo da tempo, il rafforzamento dei servizi sociosanitari territoriali e dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo di nuove tecnologie come la telemedicina e la riforma delle Rsa”.