La prova dei rapimenti per la Chiesa di Haiti

“La Chiesa di Haiti chiede che queste persone siano rilasciate vive e senza condizioni”. A parlare dall’isola caraibica è monsignor Launay Saturné, arcivescovo di Cap-Haïtien e presidente della Conferenza episcopale haitiana.

Nell’area metropolitana di Port-au-Prince sono state rapite tutte insieme 10 persone, tra cui 5 preti, 2 religiose e 3 familiari di un sacerdote che doveva insediarsi in una parrocchia. Due rapiti sono di nazionalità francese, gli altri haitiani. La sera stessa, in un’altra zona della città, sono stati rapiti anche un medico e un contabile.

La Conferenza episcopale haitiana ha avuto ieri un primo contatto con i rapitori, che hanno chiesto un riscatto di un milione di euro. Forte e deciso è l’appello di monsignor Saturné alle autorità haitiane, guidate dal presidente Jovenel Moïse, in una situazione di incertezza politica sul suo mandato, con un referendum accusato di incostituzionalità indetto per il 27 giugno, e frequenti manifestazioni da parte delle opposizioni: “Chiediamo alle autorità di Haiti di assumersi la responsabilità di quello che sta accadendo – afferma il presidente dei vescovi haitiani -.

Perché se occupano quel posto devono garantire la sicurezza dei propri concittadini, delle loro vite e dei loro beni”. “Non capiamo come poche persone possano sfidare l’autorità dello Stato in questo modo – aggiunge -. Perché sono più armate delle forze dell’ordine? Dove trovano armi così sofisticate? Serve trasparenza, verità e rispetto dei diritti umani”. Ad Haiti i sequestri-lampo delle gang sono all’ordine del giorno, in aumento del 200% nell’ultimo anno. La Conferenza episcopale haitiana, oltre a gestire l’emergenza di queste ore in costante contatto con la nunziatura apostolica, sta anche elaborando un piano d’azione per aiutare la popolazione ad affrontare la complessa situazione di questi anni.

Come sta vivendo la Chiesa di Haiti questa ultima sfida?

Da due anni e mezzo ci troviamo a vivere questa emergenza quotidiana dei sequestri. Le autorità dovrebbero prendere le misure necessarie per risolvere la situazione ma non fanno niente, non trovano soluzioni. è un problema estremamente grave perché il popolo vive una situazione di angoscia, di paura, d’insicurezza, con tanti problemi a livello sociale e politico. Tutta l’area caraibica ne è perturbata, con conseguenze incalcolabili sulla vita di un popolo non violento. La Chiesa deve accompagnare e sostenere il popolo haitiano poiché a forza di maltrattarlo prima o poi tirerà fuori la sua sofferenza e non si sa quale può essere la reazione. Come Chiesa da tempo non possiamo fare altro che denunciare questa situazione, per permettere alla popolazione di continuare a vivere e trovare azioni e comportamenti da adottare.

Non è la prima volta che preti e suore, anche stranieri, vengono sequestrati…

No non è la prima volta che ci troviamo di fronte a rapimenti di preti, religiosi e di stranieri. I rapimenti sono quotidiani ma è la prima volta che hanno rapito tanti preti e religiose tutti insieme. Perfino un prete che si stava installando nella sua missione pastorale in una zona che ha bisogno della presenza della Chiesa. In passato hanno sequestrato avvocati, medici, infermieri, pastori, commercianti, ambulanti, uomini d’affari. Persone di tutte le categorie, haitiani e non. Questa è la realtà quotidiana del popolo haitiano: quando si esce di casa non si sa se si tornerà. Ci sono quartieri che sono diventate zone senza legge, con parrocchie chiuse e impraticabili a causa dell’insicurezza.

Cosa chiedete alle autorità dello Stato?

Chiediamo alle autorità di Haiti di assumersi la responsabilità di quello che sta accadendo. Questo è l’appello della Chiesa di Haiti. Perché se occupano quel posto devono garantire la sicurezza dei propri concittadini, delle loro vite e dei loro beni.

Lo Stato quindi potrebbe fare di più?

Manca la buona volontà. Chi è al potere ha una missione che deve svolgere correttamente ma fino ad ora questa volontà non è manifesta.
Ci sono dichiarazioni ma le promesse di mantenere la sicurezza non sono state mantenute.
Bisogna rafforzare la volontà e canalizzare i mezzi e le energie per garantire la sicurezza. Perché i criminali non possono essere più forti delle forze dell’ordine. Non capiamo come poche persone possano sfidare l’autorità dello Stato in questo modo. Perché sono più armate delle forze dell’ordine? Dove trovano armi così sofisticate? Serve trasparenza, verità e rispetto dei diritti umani.

Anche il Papa ha ricordato Haiti durante la benedizione Urbi et Orbi a Pasqua…

Il Papa ha avuto buoni pensieri per Haiti. Gli haitiani sono molto contenti della vicinanza spirituale, di cuore, effettiva del Papa, che ha perfino parlato in creolo per dimostrare la prossimità al popolo. La nunziatura è in contatto con noi per cercare una soluzione insieme. Noi ringraziamo Papa Francesco per la sua vicinanza.

Quali i vostri prossimi passi?

Come Chiesa haitiana stiamo per lanciare un piano d’azione. Intanto chiediamo ai cattolici di pregare, di mettersi insieme e di non perdere la speranza e continuare a combattere contro la morte e promuovere la vita.

Patrizia Caiffa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *