Vetto, «Il Pontaccio» è all’opera in paese

Prendono quota le Cooperative di Comunità. Accade anche a Vetto, 1.800 abitanti, dove nasce l’ultima arrivata. Si chiama “Il Pontaccio” ed è stata costituita il 20 marzo; ha per presidente Pierino Ruffini, ex dirigente Cna, e vice presidenti Paolo Tosi e Elisa Marchi. è una delle più grandi novità del comune adagiato sulle rive dell’Enza che, per altro, fa il filo con lo studio di progettazione partecipata del paese lanciato dal Comune nei mesi scorsi e, alcuni anni prima, dalla rinascita della Pro Loco vettese e con tutte le altre associazioni di volontariato con cui collaborerà.

Pare, insomma, che i vettesi abbiano il desiderio di riprendere in mano le proprie sorti e in queste ore in paese una brochure distribuita per i negozi presenta l’importante novità. “La cooperativa sarà basata su assunzioni di soci lavoratori e sul volontariato e dovrà avere una larga base sociale”, spiega a Pierino Ruffini. “Vorremo investire sul capitale umano per iniziare a colmare il vuoto di servizi che si è creato in questi anni. Perdite legate a una popolazione in decrescita e sempre più anziana. Eppure Vetto è un luogo meraviglioso”.

Perché avete pensato a uno strumento come le Cooperative di Comunità? “Crediamo sia lo strumento migliore per avere un approccio innovativo, inclusivo, partecipato e sostenibile. Dovremo recuperare la visibilità che, nel comune, abbiamo perso dal punto di vista dei servizi, in particolare sul turismo, ma anche nei luoghi di ritrovo. Dovremo valorizzare per questo la parte ambientale, dei sentieri, della ristorazione, dell’aggregazione”.

Ed ecco che nella brochure di presentazione emergono alcuni focus: “L’impegno della società cooperativa è orientato ad investire nell’apertura di un punto di ristoro, di una gelateria e di uno spazio riservato alla condivisione, al sostegno e alla promozione del nostro territorio e delle attività sportive all’aperto, inserendo Vetto all’interno di un mercato turistico sostenibile”.

Perché proprio queste cose? “Perché mancano”, risponde Ruffini. “Ad esempio nel capoluogo non c’è un ristorante che offra un menu con cucina tipica reggiana, che valorizzi le nostre specialità gastronomiche e i prodotti tipici locali. Non c’è una gelateria e se ne sente la necessità. Avremo un info point per promuovere le opportunità che il nostro territorio offre attraverso escursioni e percorsi sia a piedi sia con mountain bike. Abbiamo guide abilitate e dobbiamo mettere a frutto queste potenzialità”.

G.A.

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