“La parrocchia apre le porte di una chiesa chiusa a causa della pandemia per le vaccinazioni. Papa Francesco parla di chiesa ospedale da campo e a Mendicino ci provano davvero”.
Succede in Calabria, alle porte di Cosenza, nel piccolo centro presilano di Mendicino dove la chiesa dedicata a San Pietro da circa un mese è centro vaccinale per gli anziani della zona.
460 le prime dosi e 250 le seconde somministrate per un totale dell’85% degli over 80.
“Sono felice e contento di iniziare questa battaglia”, ha detto Luigi, 81 anni: “Sono ancora più felice perché l’ho fatto in una chiesa sentendomi confortato dalla scienza e dalla fede”.
Una chiesa bella e da visitare quella di San Pietro anche dal punto di vista artistico, ex convento domenicano risalente al XVI secolo e dove ogni anno viene allestito l’artistico presepe.
Qui è venerata la Madonna delle Rose del Pascaletti e anche una reliquia di San Giuseppe Moscati che nel 1911 si mise a disposizione delle autorità locali a Napoli e sfidò il colera salvando centinaia di vite.
Quando nel centro silano si cercava un luogo idoneo per questo importante servizio alla salute del cittadino il parroco, don Enzo Gabrieli, non si è tirato indietro e ha voluto rispondere subito pensando a questa chiesa – una delle tre del centro – che “non ha barriere architettoniche, ha un ampio parcheggio ed è vicina al Centro Caritas” che con i suoi volontari, insieme a quelli dell’Onlus Madonna del Rosario, hanno allestito il luogo per dare un “segno di vicinanza alle istituzioni e ai bisogni del territorio in una regione difficile come la Calabria”, dice don Gabrieli.
La chiesa è stata ritenuta idonea dall’autorità sanitaria di competenza: al suo interno ambienti riscaldati e anche un defibrillatore mentre il comune, guidato dal sindaco Antonio Palermo, ha acquistato il frigorifero per la conservazione dei vaccini a temperatura controllata, e i computer per le pratiche di registrazione e trasmissione dei dati al Ministero.
Gli anziani si sono presentati e sono stati subito accolti dai volontari che li hanno aiutati a fare le procedure burocratiche prima di sottoporsi al vaccino somministrato dai medici dell’azienda sanitaria.
“Sono venuta con le mie gambe, felice di sottopormi al vaccino”, dice la novantaduenne Zaira dopo aver ricevuto la seconda dose: “Finalmente tra qualche settimana potrò cominciare a venire a messa e ad abbracciare i miei nipoti e pronipoti.
Non vedo l’ora”.
Aria e clima di festa per questo momento significativo per tutti accolto da un forte applauso e anche tanta commozione e gioia all’arrivo del furgone cob a bordo i vaccini. Ad accoglierli le autorità cittadine insieme a parroco don Gabrieli e al suo vice.
Una festa di paese che è anche “una festa di speranza” in questi giorni pasquali: tutti chiedono una sforzo maggiore per il piano vaccinale.
Ed esempi come questi sono un segno di una Calabria che fa rete, che funziona, un segno eloquente di un chiesa vicina alle persone.
Andrea Regimenti