Roccaporena e Cascia

Luogo
La piccola frazione di Roccaporena, minuscolo borgo da appena 70 residenti, si trova ad un’altezza di 707 metri, all’estremità di una piccola gola, a circa 6 km da Cascia.

Ci troviamo in provincia di Perugia, regione Umbria. Cascia invece è un paese di 3.000 anime dove si trova il santuario di Santa Rita, costantemente visitato da tantissimi fedeli.

Storia e devozione
Santa Rita da Cascia è una delle sante più venerate in Italia e nel mondo cattolico, sia per i prodigi operati che per la sua umanissima vicenda terrena. Nata a Roccaporena all’incirca nel 1380, è figlia unica di Antonio e Amata.

Alla sua infanzia è legato un fatto prodigioso; quando era ancora in fasce, i genitori presero a portare la neonata con loro durante il lavoro nei campi.

Un giorno, mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia aperta depositandovi del miele.

Rita crebbe nell’ubbidienza ai genitori, i quali a loro volta inculcarono nella figlia tanto attesa i più vivi sentimenti religiosi.

Già dai primi anni dell’adolescenza Rita manifestò apertamente la sua vocazione ad una vita religiosa, infatti ogni volta che le era possibile si ritirava nel piccolo oratorio domestico a pregare.

Aveva solo tredici anni quando i genitori, forse obbligati a farlo, la promisero in matrimonio a Fernando Mancini, un giovane dal carattere forte, impetuoso, secondo alcuni studiosi perfino brutale e violento.

Da lui sopportò con pazienza ogni maltrattamento, senza mai lamentarsi. Con la nascita di due gemelli e la sua perseveranza di rispondere con la dolcezza alla violenza, riuscì a trasformare con il tempo il carattere del marito e a renderlo più docile.

I due figli crebbero educati da Rita secondo i principi che le erano stati inculcati dai suoi genitori, ma essi purtroppo assimilarono anche gli ideali e le regole della comunità casciana, che fra l’altro riteneva legittima la vendetta.

Fu in un periodo non precisato che a Rita venne ucciso il marito in un’imboscata, una sera mentre tornava a casa da Cascia: opera senz’altro di qualcuno che non gli aveva perdonato le precedenti violenze subite.

Ai figli ormai quindicenni la donna cercò di nascondere la morte violenta del padre, in modo che non fossero coinvolti nella faida di vendette che ne sarebbe seguita.

Narra la leggenda che Rita, per sottrarli a questa sorte, abbia pregato Cristo di non permettere che le anime dei suoi figli si perdessero, ma piuttosto di toglierli dal mondo: “Io te li dono. Fa’ di loro secondo la tua volontà”.

Comunque un anno dopo i due fratelli si ammalarono e morirono, fra il dolore cocente della madre. Ormai libera da vincoli familiari, Rita si rivolse alle Suore Agostiniane del monastero di Santa Maria Maddalena di Cascia per essere accolta fra loro; ma fu respinta per tre volte, nonostante le sue suppliche.

Accettata infine nel monastero, la nuova suora s’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare santità, praticando carità e pietà.

Devotissima alla Passione di Cristo, desiderò di condividerne i dolori e Gesù l’esaudì: un giorno nel 1432, mentre era in contemplazione davanti al Crocifisso, sentì una spina della corona del Cristo conficcarsi nella fronte, producendole una profonda piaga, che poi divenne purulenta, costringendola ad una continua segregazione.

Nella fase finale della sua vita avvenne un altro prodigio: essendo immobile a letto, ricevette la visita di una parente la quale, nel congedarsi, le chiese se desiderava qualcosa della sua casa di Roccaporena; Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto; la parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile. Ma Rita insistette.

Tornata a Roccaporena, la parente si recò nell’orticello e, in mezzo ad un roseto, vide una bella rosa sbocciata. Stupita, la colse e la portò da Rita a Cascia la quale, ringraziando, la consegnò alle meravigliate consorelle.

Così la santa vedova, madre, suora, divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’; nel giorno della sua festa, il 22 maggio, questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli.

Riflessioni
A Roccaporena basta la fisionomia del luogo a destare la percezione del sacro: questo luogo incute rispetto ed evoca l’eterno. Qui sono amorevolmente conservati alcuni dei luoghi più importanti per la santa degli impossibili: la sua casa natale, la casa dove visse con il marito ed i figli, l’Orto del Miracolo, il Lazzaretto e lo Scoglio sacro.

In particolare, percorrere la stradina tortuosa scandita dalle stazioni della Via Crucis che porta allo Scoglio, è un’esperienza che non si dimentica facilmente. Arrivati alla sommità, si entra in una cappellina che racchiude il luogo in cui la santa andava a pregare per sentirsi più vicina a Dio: una larga roccia leggermente inclinata in cui si possono notare due cavità vicine, mostrate ai fedeli come impronte delle ginocchia.

Il luogo è particolarmente silenzioso e ovunque si osservano persone in preghiera, che probabilmente chiedono l’intercessione della santa per chissà quale “caso impossibile”.

Rita infatti ha il titolo di “santa dei casi impossibili”, cioè di quei casi clinici o di vita per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione tante volte miracolosamente si sono risolti.

Chi meglio di lei è bene invocare nelle situazioni disperate? Lei ha vissuto una quantità di vicissitudini quasi rocambolesche: il matrimonio combinato e non libero, le difficoltà a causa del marito aggressivo, la perdita di due figli, il rifiuto plurimo da parte del monastero, il confinamento a causa della spina sulla fronte.

Insomma, una vita di prove e difficoltà continue, ma che grazie alla preghiera e all’amore, la santa è sempre riuscita a volgere in positivo. Forse non è un caso se proprio a Cascia sono presenti alcune opere volte proprio a risollevare persone in situazioni difficili.

Una di queste opere è l’“Alveare di Santa Rita” che ogni anno accoglie circa 60 ragazze bisognose di assistenza e aiuto, le “apette”, chiamate così proprio dall’episodio miracoloso vissuto da Rita bambina.

E da circa 50 anni proprio per sostenere le “apette” che, diventate grandi, desideravano sposarsi, è nata la tradizione degli abiti da sposa donati a santa Rita e messi a disposizione delle future spose.

Nel tempo gli abiti donati sono stati talmente numerosi che è stato reso accessibile a tutte le ragazze del mondo la possibilità di richiedere gratuitamente uno degli abiti donati al convento.

Chi volesse donare il proprio abito può inviarlo a: Monastero Santa Rita da Cascia, viale Santa Rita – 06043 Cascia (PG). Chi invece volesse richiedere un abito può farlo scrivendo via e-mail a
monastero@santaritadacascia.org.

PREGHIERA

O Dio onnipotente ed eterno, che in santa Rita da Cascia
ci hai dato un luminoso esempio di unione a te
nella preghiera e di servizio
e amore ai fratelli, fa’ che superando per sua intercessione
il nostro egoismo e la pigrizia,
possiamo imitarla per sperimentare nella prova
il tuo amore misericordioso
e la sua fraterna protezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Padre Nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…

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