La Regina della Polonia a Nowa Huta

Luogo

La moderna chiesa di Maria Regina della Polonia sorge nel quartiere di Nowa Huta, a circa 8 km dal centro di Cracovia.

Per la sua caratteristica forma è denominata anche “Arca del Signore”, in polacco Arka Pana, così come l’Arca di Noè che ha retto al diluvio.

È la barca della Chiesa che ha salvato gli abitanti di Nowa Huta dall’inondazione dell’ateismo. Il legno con il quale è stata costruita la barca simbolizza la Croce di Gesù.

La chiesa ospita una sbalorditiva gamma di tesori, tra cui una pietra della tomba di San Pietro in Vaticano, un tabernacolo contenente un frammento di Rutilo riportato dalla luna da parte dell’equipaggio dell’Apollo 11 e una singolare statua bronzea di Gesù Cristo in procinto di volare verso il cielo.

Singolare pure la statua dedicata alla Madonna Madre di Dio Pancerna (Corazzata): una scultura di mezzo metro costituita da 10 kg di schegge rimosse dai soldati polacchi feriti nella battaglia di Monte Cassino.

Storia e devozione

Negli anni ’50 alla periferia di Cracovia nasce il quartiere operaio di Nowa Huta, destinato ad ospitare fino a 40.000 operai trasferiti da tante aree della Polonia e necessari al funzionamento di un’acciaieria grande cinque volte il centro storico di Cracovia.

Un quartiere dormitorio dove non possono mancare case, fabbriche, scuole e ospedali. Il progetto urbanistico era stato studiato nei minimi dettagli. Dettagli purtroppo anche ideologici, secondo i quali non era prevista la costruzione di una chiesa.

Ma i valori e gli ideali della popolazione si fecero presto sentire e venne inizialmente issata una croce alta 8 metri sul luogo prescelto da tutti per la costruzione della chiesa.

Ma dopo le prime autorizzazioni insperate e la raccolta di due milioni di zloti necessari ad iniziare i lavori, il regime comunista cambia idea, confisca il denaro raccolto per destinarlo alla costruzione di una scuola e tentano di rimuovere il simbolo religioso.

Iniziano così le manifestazioni pacifiche di protesta e tra lavoratori, anziani, donne e bambini è presente anche l’arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla.

A nulla valgono gli appelli e tra pestaggi e interruzioni di energia elettrica, alla fine la scuola elementare avrà la meglio sulla chiesa. Ma i cristiani di Nowa Huta non smettono di lottare. Negli anni la croce viene più volte rimossa e ogni volta ricostruita.

Finalmente nel 1967, dopo ripetute richieste e a seguito alla situazione politica in evoluzione, arriva il permesso di costruire la chiesa in un altro quartiere di Nowa Huta e nel 1977 il complesso di Arka Pana “Arca del Signore” viene consacrato dallo stesso Wojtyla. Proprio dagli operai delle acciaierie di Nowa Huta venne il fondamentale appoggio ai lavoratori dei cantieri navali di Danzica, dove nacque Solidarność, negli scioperi e nelle rivolte che negli anni ’80 condussero alla definitiva caduta del regime comunista in Polonia.

Negli anni ’90 anche nei pressi della croce di Nowa Huta, vicino alla scuola elementare numero 87, venne finalmente eretta una piccola chiesa, intitolata al Sacro Cuore.

Riflessioni

Siamo stati a visitare questa chiesa durante la JMJ di Cracovia nel 2016. La nostra guida ha voluto portarci proprio qui per parlarci dell’importanza della fede per tutto il popolo polacco.

Uscire dal bellissimo centro storico di Cracovia per recarsi in questo quartiere freddo, tutto fatto di cemento, con palazzoni enormi e pochissimo verde, ci ha inizialmente rattristato: non avremmo mai pensato di ricevere una lezione così alta di amore a Dio.

Gente disposta a lottare, per la quale la centralità della Chiesa e quindi di Dio, rispetto alle loro vite e alle loro occupazioni, era irrinunciabile tanto da lottare per più e più anni.

Risulta immediato il salto ai nostri giorni: mai come oggi, chiusi nelle nostre case e con ogni attività ridotta al minimo, siamo chiamati a riflettere sugli aspetti fondamentali e fondanti della nostra vita.

La fede in Dio è una delle poche cose in grado di donarci un senso in questa situazione difficile e surreale.

Proprio come gli operai polacchi, anche noi oggi ci rendiamo conto che la croce è un segno per noi “vitale”: Gesù venendo in mezzo a noi ha condiviso la nostra condizione umana abbracciando addirittura la croce e soffrendo per amore nostro, nonostante la sua innocenza.

Tutti ci troviamo perciò compresi e amati proprio in virtù di quel sacrificio. Entrando in questa chiesa, lascia senza fiato la scultura di Cristo crocifisso alta quasi otto metri intitolata “Dalla Vita Alla Vita”: Gesù inchiodato mani e piedi, risulta leggero e proteso verso il cielo con la corona di spine che si solleva come se fosse un’aureola.

Cristo è incatenato alla terra e ai problemi umani, a tutto quello che portiamo con noi quando ci presentiamo davanti alla croce. Ma è allo stesso tempo un Gesù che si stacca con tutto il suo corpo e ci porta via nella Casa del Padre con le parole: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11, 25).

PREGHIERA

Bisogna che queste generazioni sappiano come avete iniziato ad andare verso questa chiesa, quando essa ancora non esisteva. “Coloro che costruiscono le chiese visibili a Dio” – dice Pietro Skarga – “prima hanno costruito in sé una chiesa nel cuore” (“Omelie”, vol. II, p. 369). è stata l’intera viva comunità del Popolo di Dio di Mistrzejowice, di Nowa Huta, a costruire qui il proprio futuro.

(Omelia di san Giovanni Paolo II per la consacrazione della chiesa – Nowa Huta – Polonia)

Una risposta su “La Regina della Polonia a Nowa Huta”

Non ci si puo’ recare in Polonia senza visitare questa chiesa che racchiude la storia della Polonia moderna.

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