OFFLAGA DISCO PAX – Socialismo Tascabile (Prove tecniche di trasmissione). Ristampa 2LP/CD
Audioglobe/Santeria
Se fossi uno a cui frega qualcosa di classifiche e graduatorie, per raccontarvi dell’importanza di questo disco vi direi che Rolling Stone Italia lo mette al 23° posto nella lista dei migliori dischi italiani di sempre, così come gli danno una posizione di assoluto rilievo tutte le riviste e i siti di settore con un minimo di competenza musicale.
Ritenendo però ogni elenco del genere totalmente inutile mi limito a dire che quest’album d’esordio dei reggianissimi Offlaga Disco Pax, originariamente uscito nel 2005, è semplicemente un unicum nella storia della musica italiana. Conobbi questa band e questo disco poco dopo la sua uscita, quando un ex compagno di Università conoscendo le mie inclinazioni e le mie perversioni per ogni genere di musica rock, me li consigliò con queste parole “ascoltali, sono davvero forti. E poi sono delle tue parti”.
Dopo essermi fatto spiegare più o meno quali fossero le coordinate sonore su cui si muoveva questa band dal nome strambo e dopo essermi visto il video del brano “Robespierre” (che allora passava spesso sui canali musicali disponibili), decisi di comprarmi quest’album.
Quello in cui m’imbattei durante il primo di innumerevoli ascolti fu un misto di kraut rock elettronico/new wave/shoegaze/post-punk/post-rock che mi lasciò a bocca aperta. Gli Offlaga Disco Pax proponevano un genere totalmente inedito per la scena italiana. Sembravano i figli illegittimi di un incrocio tra Kraftwerk, My Bloody Valentine, Suicide e Slint con le colonne sonore di un videogioco anni ’80 per Commodore 64. Le musiche erano frutto della sinergia dei due compositori del gruppo, il chitarrista Daniele Carretti e il tastierista Enrico Fontanelli (purtroppo scomparso nel 2014), entrambi ottimi polistrumentisti che si dividevano l’onere dei rimanenti strumenti.
Su questa base, così innovativa per i canoni musicali nostrani, si inseriva la voce di Max Collini (il cantante/oratore del gruppo), che declamava o recitava anziché cantare i suoi testi che davano un’ulteriore nota di caratterizzazione a questo formidabile trio. Le sue liriche erano profondamente radicate nella storia e nel contesto sociale, politico e culturale di questo lembo di terra delimitato dai fiumi Po, Enza e Secchia, ed erano pronunciate con tono ora mesto ora solenne e sconsolato. Parole che erano principalmente flussi di co(no)scenza basati su ricordi ed esperienze personali di un ragazzo cresciuto nella stessa Rozzemilia Paranoica degli anni ’70 e ’80 che più di venti anni prima aveva dato i natali agli essenziali CCCP. Testi che, pur inserendosi appieno nella tradizione ideologica e politica delle nostre terre, erano privi di quegli slogan triti da comunista di terza media che avevano invece fatto la fortuna di un’altra band emiliana venuta dall’altra sponda del Secchia.
Ora grazie ad Audioglobe questo disco è tornato disponibile in una ristampa nuova di zecca in un doppio 33 giri rosso fiammante. Dentro la copertina apribile, oltre ai due vinili corredati da tre tracce bonus, ci troverete anche il cd (alla faccia di quelle band a cui sa fatica persino metterci un economicissimo download code), una locandina e una cartina in bianco e nero dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Emilio-Romagnole con tutti i testi sul retro. Il mio consiglio è di non farvelo scappare.