Sabrina Pignedoli, europarlamentare di Nismozza

Sabrina Pignedoli, 37 anni, originaria di Nismozza – su Wikipedia il suo luogo di riferimento è Castelnovo ne’ Monti – è la prima europarlamentare montanara. Eletta tra le fila del Movimento 5 Stelle, già giornalista per Il Resto del Carlino, la raggiungiamo a Bruxelles dove ora vive col suo bambino. Su sul profilo Twitter prende posizioni senza alcuna remora contro Putin, per avere imprigionato il dissidente Navalny, o contro il premier ungherese Orban che ha chiuso Klubràdiò, l’ultima radio indipendente dell’Ungheria.

Lei è attenta ai diversi temi dei Paesi europei. Partiamo, allora, dall’ultimo risultato che ha ottenuto in Parlamento Europeo, una risoluzione a sua firma che è stata votata nella prima Plenaria di gennaio. Che cosa riguarda?
Si tratta di un report che analizza come le norme europee vengono applicate negli Stati membri e, in particolare, si occupa delle procedure di infrazione. Un argomento molto vasto che mi ha imposto di concentrarmi su alcuni punti. Uno per me importantissimo, quello della lotta alle mafie. Nel documento si sollecita la Commissione affinché intervenga per prevedere il reato di associazione mafiosa in tutti gli stati europei. Ricordo che questo reato, per ora, è previsto solo in Italia, mentre ormai le mafie fanno affari in tutta Europa.

Che effetto le ha fatto vedere la sua firma su un atto ufficiale del Parlamento?
Beh… è stata una bella soddisfazione, soprattutto perché il contenuto della risoluzione rispecchiava la battaglia che ho portato avanti prima come giornalista e ora come politica. Ero oggettivamente molto emozionata. Tra l’altro la risoluzione è stata votata a larghissima maggioranza, quindi significa che il mio lavoro è stato molto apprezzato.

Della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che idea si è fatta?
L’ho incontrata qualche volta in Plenaria. è una donna minuta ed elegante, ma l’apparenza non deve ingannare: è preparata e molto determinata. Del resto una donna che ha sette figli e riesce a conciliare carriera e famiglia deve essere molto forte e determinata.

Ha conosciuto il presidente del Parlamento David Sassoli? Anche lui è un giornalista. Quali sono i rapporti con gli altri europarlamentari italiani?
Sì, ho avuto modo di incontrarlo diverse volte. Gli ho parlato delle mie battaglie nel contrasto alle mafie, battaglie che condivide e su cui mi ha dato il suo pieno appoggio. Dovevamo anche presentare il mio libro sulle mafie in Germania insieme, ma poi c’è stata la pandemia… Penso che stia svolgendo bene un compito non facile, soprattutto in questo periodo di Covid.

A Bruxelles, che atmosfera si vive con la pandemia? Cosa succede in Parlamento?
Ci sono anche qui limitazioni. Il Belgio si è mosso in maniera diversa rispetto all’Italia, forse a rilento o forse c’è stata troppa fiducia sulla possibilità di arginare il virus. Poi a ottobre il Governo ha ammesso che la situazione era completamente fuori controllo: non oso immaginare cosa sarebbe successo se lo avesse detto un ministro italiano. Comunque dai primi di novembre qui c’è il lockdown duro. Per venire a Bruxelles è necessario fare il tampone e rispettare una quarantena.

Per questo mi sono trasferita qui, altrimenti non riuscire a seguire adeguatamente i lavori del Parlamento. è vero che si vota a distanza e le sedute delle commissioni possono essere seguite da via web, ma qui è importante svolgere un lavoro di relazioni con gli altri colleghi anche degli altri stati, per poter portare avanti battaglie condivise. Ho trovato un appartamento vicino al Parlamento e soprattutto alla scuola del bambino, così che posso andare a lavorare a piedi. L’aspetto negativo è che al fine settimana il quartiere è abbastanza spento, perché ovviamente gli uffici sono chiusi. Ma Bruxelles non è una città enorme, basta una passeggiata di venti minuti per arrivare alla Grand Place.

Quando è in Italia dove vive?
Sono molto itinerante. Vivo tra Roma, Reggio Emilia e Nismozza. Spesso, soprattutto prima del lockdown, ero in giro per la mia circoscrizione che è veramente estesa: oltre all’Emilia Romagna, comprende anche Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

Cosa le manca di più di Nismozza?
La pace e la tranquillità di vivere a contatto con la natura. I manicaretti di mio papà e le chiacchierate con mia mamma. Mi manca anche qualche giretto con il mio quad, per fortuna lo tiene attivo mio fratello.

Ogni quanto torna?
Ora con il lockdown una volta al mese circa. Ma dipende dagli impegni che ho in Italia, sto portando avanti diverse attività e a volte è necessario fare incontri in presenza.

Quali sono le priorità di Sabrina Pignedoli nell’Europarlamento?
Continuo a lavorare per realizzare una legge antimafia a livello europeo. Fin quando non esisterà una normativa uniforme a livello dell’Unione sarà più difficile perseguire organizzazioni criminali che agiscono quasi sempre su scala transnazionale. E poi mi sto occupando anche di intelligenza artificiale, che rappresenta – volenti o nolenti – il futuro.

Priorità per il suo territorio di origine, la montagna?
Sto studiando la fattibilità di un progetto che riguarda proprio l’intelligenza artificiale. Il problema della nostra montagna è lo spopolamento perché mancano le opportunità lavorative e di realizzazione personale. Un problema che è comune a diverse aree montane del collegio in cui sono stata eletta. L’idea è quella di creare dei piccoli centri di tecnologia avanzata per la produzione di prodotti legati all’intelligenza artificiale. Ma è un progetto di cui parleremo in seguito, quando avrò dati concreti. Inoltre, sul mio sito (sabrinapignedoli.it) sto per inaugurare una sezione dedicata ai fondi europei, con un’attenzione particolare ai piccoli imprenditori e alle zone montane, che sono quelle in cui sono nata. L’Europa offre molte opportunità, ma bisogna conoscerle e muoversi di conseguenza. Vorrei dare il mio contributo in questo senso.

La situazione politica attuale: M5S ha fatto una scelta sofferta nel sostenere Draghi, con molte espulsioni per i dissidenti. Come la vede?
Sono felice di essere in Europa e non invidio per nulla i colleghi italiani che si trovano a dover fare scelte molto, molto difficili. Non nascondo, e l’ho scritto anche in uno degli ultimi editoriali del mio sito, che non condivido questa ‘ammucchiata’ a sostegno di Draghi e credo che con Forza Italia sia impossibile fare un governo, non tanto per una questione di destra o di sinistra, quanto per il sostegno che fin dalla sua nascita (e lo dicono le sentenze) Forza Italia ha avuto da Cosa Nostra e dalla ’ndrangheta. Con la mia storia personale è proprio inconciliabile.

Quali sono i leader nazionali del movimento coi quali si relaziona più spesso?
Mi sento con Nicola Morra perché in qualità di presidente della Commissione Antimafia lavoriamo spesso insieme e organizziamo diverse iniziative. Poi c’è Maria Edera Spadoni, con cui siamo amiche e ci conoscevamo già prima della mia candidatura. E naturalmente tutti i parlamentari emiliani. Poi Luigi di Maio, che sento ogni tanto e devo dire che ha il pregio di rispondere sempre anche se impegnatissimo. Qualche messaggio lo scambio anche con Alessandro Di Battista.

Progetti futuri?
Da europarlamentare o da giornalista? Perché nonostante l’impegno istituzionale continuo a fare le mie inchieste e ce n’è una che riguarda proprio il Reggiano. Ma ne parliamo nella prossima intervista…

Gabriele Arlotti

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