Sci: stagione chiusa (e mai partita)

Rinviata la riapertura delle stazioni sciistiche a da destinarsi.

Almeno fino alla fine di marzo tutti gli impianti saranno chiusi al pubblico. Il che significa aver perso un’intera stagione. Un danno enorme per tutto il comparto turistico della Montagna.

A Cerreto Laghi sono più di un migliaio le prenotazioni per la settimana che dovranno essere rimborsate. “Siamo amareggiati – afferma Marco Giannarelli, gestore della Turismo Appennino – ci sentiamo presi in giro. Se ci sono dei rischi è giusto tenere chiuso, ma comunicarlo a poche ore dalla riapertura è intollerabile”.
Era tutto pronto per questo 15 febbraio, il meteo prometteva una giornata soleggiata e nell’aria la speranza di sfruttare quest’ultimo mese per risollevarsi da una stagione invernale ormai persa.

“Per essere pronti – continua Giannarelli – abbiamo speso più di trentamila euro, abbiamo richiamato dalla cassa Covid il personale, avevamo fatto la spesa per il rifugio e l’albergo, e come noi hanno fatto tutti gli altri. Non è escluso che a questo punto non riapriremo più”.

Il Governo promette di compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori, senza sapere che per molte realtà il turismo invernale non rappresenta solo la principale fonte di guadagno da rattoppare con finanziamenti a pioggia.
Nei luoghi dell’Appennino reggiano, il turismo è ciò che permette alle stazioni di Febbio, Ventasso e Cerreto Laghi di rimanere vivi e operanti. “Così la montagna muore”.

Se a Febbio avrebbe potuto essere attivo solo il campo scuola, visto che la seggiovia Fortino-Mardonde è ancora alle prese con l’intervento di revisione, gli impianti di Cerreto Laghi e Ventasso continueranno a rimanere aperti per gli atleti tesserati. Proprio il 15 febbraio, a Cerreto Laghi, si sono inoltre concluse le qualificazioni di sci alpino Trofeo Pinocchio. 290 concorrenti tra gli 8 e i 14 hanno ripopolato, con le loro le famiglie, la località di Cerreto dando un po’ di sospiro alle attività che oggi speravano in una riapertura.

Beatrice Bramini

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