Pieve Modolena, l’incontro ecumenico “Economia senza tratta di persone”

La sera del 6 febbraio scorso nella chiesa di Pieve Modolena si è svolto l’incontro ecumenico di preghiera “Economia senza tratta di persone”. Pubblichiamo di seguito le “risonanze” che alcuni partecipanti hanno comunicato alla redazione, accompagnate da questo commento: “Un momento di grazia, davvero: che questa bellezza ci accompagni e ci sproni sempre di più a pregare gli uni per gli altri e soprattutto per chi soffre”.

“Questa sera l’incontro ecumenico di preghiera sulla tratta è stato bellissimo, espressione viva e sentita da tutti con testimonianze, preghiere e riflessioni, un tutt’uno che arrivava all’anima. Ringraziamo Dio, tutti i partecipanti, la chiesa era piena, sono stati molto contenti”.

“Come già lo scorso anno si è respirata un’aria fatta di semplicità e sacralità in cui si percepiva già vivo tra i presenti lo Spirito di preghiera di Gesù «che tutti siano uno». Un momento di grazia davvero che questa bellezza ci accompagni e ci sproni sempre di più a pregare gli uni per gli altri e soprattutto per chi soffre, come ci ha detto padre Mihail” (Liliana).

“Grazie, Dio Padre, per averci fatto sperimentare il tuo amore nell’essere insieme alla Chiesa ortodossa rumena di Reggio Emilia, alla Zoe Pentecostal e alla Chiesa evangelica cinese a pregare con e per le nostre sorelle e fratelli vittime della tratta sessuale e lavorativa. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo si è riversata su di noi non solo in questa serata ma nei passi in cui le nostre sorelle incontrate sulla strada ci hanno condotto a conoscere le loro chiese di appartenenza: molte ragazze rumene chiedono perdono andando alla chiesa ortodossa e invitano anche ciascuno e ciascuna di noi a chiederti perdono.

Perdonaci, se siamo stati complici dell’impoverimento di altri Paesi, delle loro risorse naturali, lasciando fratelli e sorelle senza il necessario per vivere. Perdonaci se non ti abbiamo visto, ascoltato e accolto nelle sorelle e fratelli raggirati, trasportati, sfruttati a causa della nostra indifferenza e a volte per troppa organizzazione formalista, burocratica.

Perdonaci per le scelte quotidiane nelle quali abbiamo fatto precedere il nostro interesse personale ed economico invece del bene comune, il bene per ciascuna e ciascuno. Grazie perché con il canto, Rebecca (evangelica cinese) ha fatto vibrare le nostre viscere: «Attraverso molti pericoli, travagli e insidie, sono già passato. La Grazia mi ha condotto in salvo fin qui, e la Grazia mi ricondurrà a casa». Spirito Santo, facci crescere nella comunione”.

Felicia della Zoe Pentecostal ci ha aiutato a pregare insieme partendo dalle cause che costringono le persone a lasciare il loro paese: “Ringrazio il Signore per questo giorno istituito per pregare contro il fatto di arricchirsi attraverso lo sfruttamento di esseri umani e per pregare per la consolazione, l’aiuto, la libertà e una vita migliore per le vittime di questo traffico di esseri umani in tutto il mondo.
Il Signore, l’Altissimo, è qui con noi oggi per ascoltare il nostro grido di aiuto.

Vi ringrazio tutti per essere venuti, possa il Signore considerare la vostra presenza come un lavoro di giustizia per ognuno di voi!
Cos’è la migrazione? è un movimento da un posto ad un altro, da uno stato ad un altro, da una nazione ad un’altra, solitamente di un grande gruppo di persone che hanno l’intenzione di stabilirsi definitivamente o temporaneamente in un nuovo territorio.
è una normale attività umana quella di migrare da un luogo ad un altro, da una casa ad una migliore, e da una nazione all’altra. Ci sono sempre delle ragioni, siano esse positive o negative, che spingono a questo movimento. Negli ultimi anni questi spostamenti di persone hanno creato molta preoccupazione, per i rischi che le persone corrono durante il viaggio, specialmente coloro che passano dal deserto o attraverso il Mediterraneo”.

“Alcune ragioni per questi spostamenti.
1. Il motivo numero uno è la povertà, il motivo numero due è la povertà, il motivo numero tre è sempre la povertà. Questo è il risultato di guerre civili, instabilità politica, morte del familiare che mantiene la famiglia, solitudine, alto tasso di disoccupazione, insicurezza e paura.
2. Queste circostanze sopra elencate sono alcuni dei fattori che motivano le persone a spostarsi con il desiderio di una vita migliore per se stesse e per le loro famiglie. La maggior parte delle persone si muove volontariamente, non preoccupandosi del rischio di perdere la vita. Alcuni sono molto coraggiosi e con una fede salda, vanno avanti, sperando contro ogni speranza che tutto vada bene”.

“Alcuni sono stati obbligati a spostarsi, pensiamo al caso di suor Giuseppina Bakhita (il cui nome significa “la fortunata”), che fu rapita dalla sua famiglia da dei trafficanti di schiavi all’età di 7 anni. Fu venduta e rivenduta come schiava finché arrivò da un diplomatico italiano in Sudan che la portò in Italia dove incontrò la sua fede nelle Suore Canossiane, che la aiutarono a guarire dai profondi traumi dell’essere stata sradicata dalla sua famiglia. Da quel momento la sua fede non smise di crescere, amò Dio e le persone così tanto da diventare una benedizione per il nostro mondo.

Quello che Gesù ha fatto nella vita di suor Bakhita lo sta ancora facendo oggi. Mentre noi preghiamo, Lui ristora delle vite. Dio Padre, ti ringraziamo nel nome del tuo figlio Gesù per le tante vite che hai liberato dalla schiavitù e dalle difficoltà. Ti preghiamo o Signore per la libertà di tutti coloro che sono ancora nella schiavitù del peccato o schiavi di qualcuno. Padre, ti prego, manda loro aiuto.
Ci opponiamo alle forze del male che sono dietro al traffico di esseri umani, soffochiamo il regno delle tenebre con la potenza che ha resuscitato Gesù dalla tomba! Amen Amen”.

L’ascolto del Vangelo di Matteo 20,1-16 (la “parabola del padrone di casa buono”) ci ha permesso di guardare direttamente Gesù. “La prima cosa che colpisce è che il padrone di casa, il ‘signore della vigna’ (v. 8), esce”. Ha sottolineato il diacono Francesco: “Quante volte le ragazze in strada, a chi chiede loro «cosa possiamo fare?», rispondono con un grido doloroso: «mi serve un lavoro!». Quante volte ci chiedono un lavoro, per iniziare a sperare di essere libere! E quante volte noi non le aiutiamo, o non le aiutiamo abbastanza.

Pensavo a quelli di noi che incontrano le ragazze vittime, sulla strada. Ci diciamo proprio così: che ‘usciamo’. Usciamo sulla strada, facciamo un’uscita, facciamo il calendario delle uscite, eccetera. Pensavo: se avessimo anche solo un granello dell’inquietudine del buon padrone! Non ci daremmo pace, continueremmo a uscire, non una volta al mese, non una volta alla settimana, non ogni giorno. Ma ogni ora! Come il padrone buono. Fino a quando non le avremmo incontrate tutte, tutte, e prima di tutte, quelle che nessuno vuole, le ultime. Perché nessuna resti indietro, perché a tutte sia offerto ciò che è giusto e che noi abbiamo: una vita libera.

Poi pensavo anche che il Signore è uscito già Lui, per primo, incontro alle vittime, a ogni ora, incontro a quelle che nessuno vuole. E che insieme a loro ci precede e ci aspetta per uscire anche incontro a noi. È una certezza per me e una grande consolazione: Lui è là fuori, sulla piazza, che ci aspetta, ultimo con gli ultimi, vittima con le vittime. Diceva il Papa durante un Angelus qualche anno fa: «Gesù invece vuole farci contemplare lo sguardo di quel padrone: lo sguardo con cui vede ognuno degli operai in attesa di lavoro, e li chiama ad andare nella sua vigna. È uno sguardo pieno di attenzione, di benevolenza; è uno sguardo che chiama, che invita ad alzarsi, a mettersi in cammino, perché vuole la vita per ognuno, vuole una vita piena, salvata. Dio che non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l’amore del nostro Dio, del nostro Dio che è Padre»”.

“Ci perdoni, Dio che è Padre dallo sguardo buono, per i nostri occhi cattivi, che si oppongono alla sua bontà, alla sua misericordia largamente donata. Per i nostri occhi cattivi che fingono di non vedere il dolore delle vittime sulla strada – perché non possiamo non vederle eppure passiamo oltre – e ce ne liberi. Per la cattiveria che ci fa complici di chi le compra e di chi le vende. Ci doni di incontrarLo là, fuori, in piazza e sulla strada, dove le ragazze ci precedono e ci aspettano. E Lui con loro, per donarsi e donarci tutto se stesso. Amen”.

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