Parole appropriate, il Papa insegna

Domenica 31 gennaio 2021. Saranno in molti ad iscrivere questa data tra quelle dei giorni indimenticabili? Non solo perché il numero dei presenti sufficientemente attenti, nel mondo, è piuttosto limitato e così pure quello di coloro che potevano ritrovare traccia di quelle parole nella loro memoria, ma perché molti crederanno di aver capito male.

Ebbene: alle ore 12 di quel giorno Tv2000 trasmette la breve, familiare cerimonia papale dell’Angelus, che inizia con un personale commento del Vangelo del giorno, di Marco (1/21, 28), con Gesù che caccia dal tempio un indemoniato, che lo frequentava – forse sistematicamente – poiché le parole dei celebranti usuali non lo toccavano. Cosa che invece ebbe pesantemente luogo quando parlò Gesù.

E qui intervenne Papa Francesco dicendo (cito a memoria, ma non credo di sbagliare molto): “… per lui, per l’indemoniato ciò che di solito si diceva nel tempio erano solo parole, parole, parole, così come cantava la brava Mina…”. Forse perché ho quasi 92 anni e ricordo molti Papi, perché le omelie di Francesco sono di solito molto toccanti e sempre ben pensate, perché ho anche nella memoria Mina e le sue canzoni (nessuna delle quali, credo, sarebbe stata messa all’Indice, quando usava) questo riferimento, quanto mai profano, introdotto nell’Angelus, mi ha colpito. Gradevolmente colpito.

Spero proprio che questa mia incontri, nella redazione de La Libertà, altre lettere, non importa se con espressioni di stupore o di approvazione, o di avviso contrario, al commento del Papa, in modo tale da servire a far capire il pensiero comune, che è la base dell’umana comprensione.

Il motivo per cui quell’inattesa citazione mi pare una novità positiva è proprio nel fatto di usare una frivolezza popolare, una canzoncina, per convogliare in modo immediato e comprensibile, per lo meno a chi non sia prevenuto, quanto il parlare insensato nuoccia ad ogni serio rapporto umano, sia sacro che profano. Per quel che ne so, inoltre, Mina non mi pare aver montato la sua fama con scandaletti, sia comportamentali che verbali, non è quindi sostenibile l’accusa di una citazione negativa. Non resta che rimarcare la capacità papale di far uso degli esempi umani più appropriati per sottolineare l’attualità del Vangelo.

Purtroppo non è colpa del Papa, né dei suoi ascoltatori, se ciò a cui lui ci ha abituato sono parole talora dure, talora sofferte, talora scandalizzate, talora di perdono: sono i nostri comportamenti, che giustificano toni ed esempi appropriati. Se volete un caso di durezza estrema non resta che citarvi le parole papali del primissimo Tv2000 domenicale serale che ebbe luogo domenica 24 gennaio. Non riesco a citarvele, ve le lascio immaginare: si riferiscono al dramma dei migranti asiatici bloccati a – 10 C° in Bosnia sul confine con la Croazia e sottoposti alle angherie più atroci: vi rendete subito conto che il Papa sa fare le giuste differenze verbali.

Giorgio Ferrari

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