Rubinstein: «Abbattere la fame»

“Non basta produrre cibo, ma è anche importante garantire che i sistemi alimentari siano sostenibili e offrano diete salutari e accessibili a tutti. Si tratta di adottare soluzioni innovative che possano trasformare il modo in cui produciamo e consumiamo gli alimenti per il benessere delle nostre comunità e del nostro pianeta, rafforzando così la capacità di recupero e la sostenibilità a lungo termine”.

Richiama le parole di Papa Francesco alla Fao, il 16 ottobre scorso, Giornata mondiale dell’alimentazione e data della fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Yael Rubinstein, ambasciatrice e rappresentante permanente di Israele presso le agenzie Onu con sede a Roma, Fao, Wfp (Programma alimentare mondiale) e Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) per ribadire l’impegno del suo Paese nella lotta contro la fame, l’insicurezza alimentare e la malnutrizione. Impegno rafforzato, a luglio scorso, dall’ingresso di Israele nel Consiglio ‘esecutivo’ della Fao, mandato di 3 anni, e dalla nomina, a partire da gennaio 2021, dell’ambasciatrice a capo del Gruppo europeo dell’Organizzazione, per un mandato di 6 mesi.

Ambasciatrice Rubinstein, qual è il contributo di Israele nella lotta contro la fame e l’insicurezza alimentare?
Fermo restando le linee e gli obiettivi dettati dalla Fao, il nostro contributo è forte specialmente nel campo dell’acqua, della desalinizzazione e dell’agricoltura. Israele è noto per la sua ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura con soluzioni agro-tecnologiche indirizzate in particolare a risolvere i problemi legati all’acqua.

Cerchiamo di trasferire le nostre capacità ad altri Paesi attraverso la formazione del personale Fao impegnato localmente. Per fare un esempio, pochi mesi fa abbiamo sostenuto dei Paesi africani alle prese con l’invasione delle locuste che distruggono i raccolti. Abbiamo inviato un team di esperti, aerei e droni per aiutare operatori Fao del posto a fronteggiare il problema. Credo sia importante condividere le conoscenze nel campo dell’agricoltura.

Un lavoro che portiamo avanti grazie anche alle nostre rappresentanze diplomatiche presenti in molti Paesi in via di sviluppo, dall’America Latina all’Asia. Portare il nostro know how in campo agricolo in questi Paesi significa portarli anche alle regioni dove essi sono situati, siano essi in Asia o Africa.

Israele fa parte della Food Coalition, proposta dall’Italia e guidata dalla Fao, l’alleanza globale che mira a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile e a fare fronte comune contro il Covid-19 che sta innescando non solo un’emergenza sanitaria mondiale ma anche una crisi planetaria con effetti catastrofici…
Il mio Paese è entusiasta di far parte dello sforzo globale per attuare i progetti che ci aiuteranno a trovare le soluzioni migliori ai problemi alimentari che affliggono l’umanità aggravati ora dalla pandemia di Covid-19. Un passo fondamentale sarà ridurre al minimo, meglio eliminare, lo spreco di cibo attraverso l’implementazione delle sinergie tra Stati, la condivisione delle conoscenze e delle tecniche per assicurare il cibo a tutti.

Ci sono da guida le parole e gli appelli di Papa Francesco che ritroviamo nei suoi messaggi e nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti: porre fine alla povertà in tutte le sue forme, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile.

Dare cibo è la strada che porta alla pace e che trasforma il mondo in un luogo migliore dove vivere. È diritto delle persone avere cibo e dignità. Abbattere l’insicurezza alimentare e la fame significa anche ridurre le tensioni e i conflitti tra le nazioni.

Daniele Rocchi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *