Io sono Joy

Joy ha 23 anni quando a Benin City viene convinta da un’amica di fiducia a partire per l’Italia con la promessa di un lavoro con il quale potrà mandare denaro alla sua famiglia e proseguire gli studi. Poche ore di viaggio per rendersi conto che è stata ingannata ed è precipitata in un girone infernale: la drammatica traversata del deserto, i campi di detenzione libici, veri e propri lager dove subisce violenze crudeli e conosce orrori indescrivibili, il barcone alla deriva nel Mediterraneo.
Salvata miracolosamente dal naufragio, al suo arrivo in Italia scopre che il lavoro promesso è “la strada”, dove la ‘madam’ l’obbliga a prostituirsi con il ricatto del woodoo e di un debito di 35.000 euro.

A Castel Volturno, in Campania, diventa una schiava di aguzzini senza pietà. Ma Joy, anche nei momenti più drammatici, sorretta dalla forza atavica delle donne della sua terra, non smarrisce mai la fiducia in quel Dio che, sin da bambina, sente come un Amico che abita in lei.

Mariapia Bonanate, Io sono Joy. Un grido di libertà dalla schiavitù della tratta, Edizioni San Paolo 2020, 176 pagine, 16 euro.

Mariapia Bonanate vive a Torino, dove si è laureata in materie letterarie. Dopo aver insegnato, si è dedicata al giornalismo, collaborando con quotidiani e riviste, fra cui Famiglia Cristiana. È stata condirettore della storica testata del settimanale nazionale “il nostro tempo”. Ha scritto reportage da diversi continenti, tutti accomunati dal desiderio di scoprire “buone notizie” e di costruire con i lettori la speranza che va al di là di ogni speranza umana.

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