IV Domenica del tempo Ordinario

1° lettura: Dt 18,15-20 ;
Salmo 94 ;
2° lettura: 1 Cor 7,32-35 ;
Vangelo: Mc 1,21-28

Carissimi ,
                 anche oggi la parola del Signore ci viene incontro visitando l’umano nelle sue infermità, ma forse dovremmo dire nella sua unica infermità. Sì, di fatto, l’opera del nostro Salvatore consiste in una sola missione, quella di liberarci dalla prigionia del male, sorgente di ogni deformità  rispetto alla vera immagine. Questa condizione ci rende schiavi e servi, succubi dello spirito del male. Ma, per disegno divino, si è manifestata la grazia, è arrivato il più Forte, che lega il principe di questo mondo e tutto ormai è segnato da una pienezza e prossimità del Regno, che Gesù rende visibile con i segni potenti con cui ci libera. Interessante notare, nel nostro brano del Vangelo, il luogo e il tempo in cui si fa presente questo spirito impuro. Tempo e luogo che noi saremmo propensi a ritenere i più custoditi e preservati dalla presenza diabolica: il Sabato, come tempo privilegiato della comunione Tra Dio e il suo popolo, e la Sinagoga, quale  luogo della celebrazione della lode a Dio e del culto, accolto e ricevuto nell’ascolto della Sua Parola. Ebbene anche nell’assemblea d’Israele si nasconde e cela lo spirito impuro. Non dobbiamo necessariamente accostare questo evento a una condizione particolare, che si rende evidente con gesti e grida o parole straordinarie. Dobbiamo invece pensare a quelle situazioni in cui anche noi a volte ci troviamo quando siamo dominati da pensieri negativi e sentimenti che ci tengono lontani dalla pace. Quest’uomo reagisce a Gesù, che si fa presente e al suo insegnamento, non con grida inarticolate, ma con parole precise dicendo:” Cosa vuoi da noi, Gesù Nazareno?” E’ il grido dell’io del vecchio Adamo, che non vuole riconoscere Gesù come la propria “via, verità e vita”(Gv14,6) e ritiene preferibile rimanere attaccato alle sue passioni e idolatrie della carne. Tuttavia mentre grida  sente venir meno il terreno della sua presunta libertà sotto i piedi, e atterrito dice: ”Sei venuto a rovinarci?”. Il riconoscimento di chi è Gesù secondo verità attraversa anche le nostre esperienze di peccato e di fronte ai suoi inviti e alle sue ripetute offerte di seguirlo  tante volte, pur sapendo la via del bene,  ci volgiamo altrove e cediamo alle lusinghe del male! Dirà Paolo: chi ci libererà da questa condizione votata alla morte? “Taci! Esci da lui!”(v.25),con questa Parola potente segno della vittoria Pasquale la morte è costretta al silenzio profezia della sua fine. Subito i frequentatori della sinagoga, con stupore, commentano:” Un insegnamento nuovo dato con autorità(potenza). Comanda agli spiriti impuri e gli obbediscono!”(v.27).  Questo segno di Gesù suscita molta risonanza “in tutta la regione della Galilea” e speriamo anche nelle nostre assemblee Domenicali, in cui, dall’atto penitenziale al Padre nostro, Gesù con potenza rinnova la nostra liberazione dal male. 

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