Il tessuto economico reggiano resiste

Nonostante la pandemia, tiene il tessuto economico reggiano. Crescono i servizi e le costruzioni. In difficoltà commercio, manifattura e agricoltura

Il 2020 si è chiuso, per la dinamica demografica delle imprese reggiane, con una lieve flessione.
Alla fine dell’anno passato, con una variazione percentuale del -0,2% rispetto al 2019, sono quindi diminuite di 100 unità, scendendo a 53.964, le imprese registrate in provincia di Reggio Emilia.
E’ quanto emerge dalla lettura che l’Ufficio Studi della Camera di Commercio ha effettuato sull’andamento demografico delle imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso dell’anno che si è appena concluso.

A limitare le conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici, è stato il trend registrato, nella nostra provincia, dalle attività dei servizi, sia quelli rivolti alle imprese sia quelli destinati alle persone: i primi, con un incremento dello 0,8% (82 imprese in più), sono passati, in un anno, da 10.086 imprese del 2019 a 10.168, mentre i servizi alla persona si sono attestati, a fine 2020, a 3.311 unità (+0,8%).
Relativamente all’andamento dei restanti settori economici, quello delle costruzioni, che con 11.702 imprese si conferma il comparto numericamente più consistente dell’intera struttura economica provinciale, ha registrato una crescita di 103 unità pari ad un incremento dello 0,9% rispetto alla fine del 2019.

I tre settori più significativi per numerosità di imprese della provincia di Reggio Emilia – commercio, manifatturiero e agricoltura – però, mostrano tutti segnali di arretramento.
Sono 78 in meno le imprese del commercio che, con un calo dello 0,7%, scendono da 10.642 del dicembre 2019 alle attuali 10.564; il calo è da attribuire in misura maggiore all’andamento del dettaglio che, in un anno, ha perso 85 aziende, da 4.581 a 4.496 (-1,9%); sono, poi, 15 in meno le imprese del commercio all’ingrosso. Crescono, invece, le attività di commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli: 22 unità in più.

Anche i servizi di alloggio e ristorazione hanno registrato una contrazione, scendendo a 3.263 imprese (20 unità in meno, pari al -0,6%): a soffrire maggiormente il settore della ristorazione che perde 18 pubblici esercizi e si ferma a 3.081 unità.
In valore assoluto, la flessione più consistente si registra per l’industria: alla fine del 2020, con 89 imprese in meno rispetto all’anno precedente, il settore scende a 7.291 unità. Il calo è da imputare prevalentemente alla diminuzione del numero di imprese di due settori leader dell’economia della provincia di Reggio Emilia: la metalmeccanica, che registra una diminuzione di 53 aziende (-1,9%) scendendo a 2.674 imprese, e il tessile-abbigliamento che, con una variazione negativa dell’1,7%, scende a 1.238 aziende.

Rimanendo sempre nel manifatturiero, è stabile – e pari a 661 imprese – la consistenza delle industrie del settore alimentare e bevande; in controtendenza il variegato settore della riparazione, manutenzione ed installazione di macchine e apparecchiature: con un incremento del 5,5%, passa da 526 a 555 il numero delle imprese del comparto.
Scende anche il numero di aziende agricole che, in un anno, passa da 5.928 a 5.879 unità con una contrazione dello 0,8%.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *