Recovery plan: la proposta del Governo

Il Tweet tratto dal profilo del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, Roma, 12 Gennaio 2021. TWITTER

La proposta del Governo sul recovery plan da presentare al Parlamento italiano e, successivamente, alla Commissione Europea, è pari a 222 miliardi e 900 milioni di euro.
È articolata in sei macro aree e precisamente :

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Pari a 46 miliardi e 18 milioni, di cui 11, 45 miliardi nella digitalizzazione della P.A. e di 26,73 miliardi per l’innovazione del sistema produttivo. Per turismo e cultura si impegnano 8 milardi.
Rivoluzione verde e transizione ecologica
Si tratta dell’impegno di gran lunga maggiore previsto dalla proposta e precisamente 68 miliardi e 90 milioni di euro.
Gli obiettivi sono individuati nell’impresa verde, nella transizione energetica e mobilità locale, nell’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, nella tutela e valorizzazione del territorio.
Infrastrutture per una mobilità sostenibile
Si prevede un impegno pari a 31 miliardi e 98 milioni per alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale, oltre allo sviluppo della intermodalità e logistica integrata.

Istruzione ricerca

sono 28 miliardi e 49 milioni, di cui 16,72 per il diritto allo studio e 11,77 per la ricerca e l’impresa.
Inclusione coesione
27 miliardi e 62 milioni da impegnare per le politiche del lavoro, per le famiglie, le comunità e le infrastrutture sociali, rispettivamente 12 miliardi e 62 milioni per il lavoro e 10 miliardi e 83 milioni per famiglia e infrastrutture sociali.
Salute: 19 miliardi e 72 milioni
Per telemedicina e assistenza di prossimità 7 miliardi e 90 milioni; per innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria: 11 miliardi e 82 milioni.

Il commento di De Palo

Leggendo questo piano, direi: “Brava Italia. È tutto molto bello. Ogni anno aumentano i costi delle pensioni e vi preoccupate della riqualificazione degli edifici e non di far nascere più bambini? Mi sa che non avete ben compreso che diminuendo la popolazione le case che avete comprato facendo così tanti sacrifici con mutui trentennali perderanno drasticamente il loro valore e vi ritroverete ad averle pagate il doppio di quello che ormai valgono. Siete il Paese più vecchio al mondo e volete spendere quasi 70 miliardi di euro per la rivoluzione verde e la transizione ecologica e nemmeno un euro per un serio piano per la natalità? Ma non vi è chiaro che senza un rilancio delle nascite – voi che vi riempite la bocca della parola sostenibilità – non avrete una sostenibilità intergenerazionale e i pochi giovani che resteranno in Italia saranno schiacciati dalla piramide rovesciata sempre più grande degli anziani? Lo avete capito che quando si parla di ambiente non ci sono solo gli alberi e gli uccellini, ma anche le persone? Alla luce delle scelte che state facendo avreste dovuto mettere tutti e 222 miliardi di euro sulla voce salute perché sarete il più grande ospizio del mondo…”.

Difficoltà di accesso al credito

Una nuova normativa europea potrebbe creare qualche problema ai conti correnti delle famiglie italiane, considerato, soprattutto, il particolare contesto economico che stiamo vivendo. Secondo queste nuove regole, qualora non si riesca a far fronte anche ad un mancato pagamento di 100 euro per tre mesi, la banca deve segnalare l’inadempimento alla Centrale Rischi.
Ciò potrebbe causare l’impossibilità o un più difficile accesso al credito, cosa a cui le famiglie potrebbero trovarsi a ricorrere in questo momento di sofferenza economica. Sebbene le parole di Banca d’Italia provino a dare rassicurazioni, siamo preoccupati e chiediamo al Governo di vigilare sicché le famiglie vengano tutelate senza che alcun tecnicismo bancario finisca per danneggiarle.
Il Forum delle Associazioni familiari ha scritto una lettera ai quotidiani per segnalare il problema. Nel testo si legge, tra l’altro: “Secondo tale meccanismo – avendo una famiglia un arretrato per un importo superiore ai 100 euro e maggiore dell’1% rispetto al totale delle esposizioni verso una Banca – scatterebbe la segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia. Tutto ciò comporterebbe l’automatica iscrizione di quel nucleo familiare tra i ‘cattivi pagatori’. Con la conseguenza che, evidentemente in difficoltà e proprio a seguito di questo, per un certo tempo quella famiglia non avrebbe la possibilità di ricorrere all’aiuto di nessun istituto di credito. I tempi d’attesa, per la famiglia bollata come ‘inaffidabile’, per uscire da questo ‘default’ sono computati in almeno tre mesi”.

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