“Per essere definito Parmigiano Reggiano ‘prodotto di montagna’ i caseifici devono, oltre che essere in montagna, rispettare il regolamento 1151 dell’Unione Europea e essere iscritti nell’apposito elenco dei produttori del Consorzio Parmigiano Reggiano”. Così Marcello Chiesi, presidente della Latteria di Cortogno (la prima a utilizzare il marchio ‘Prodotto di Montagna’ sul Parmigiano Reggiano) commenta la notizia della recente operazione di sequestro dei Carabinieri della Stazione di Berceto.
I fatti: i militi d’oltre Enza, a conclusione di un’attività investigativa condotta in unione ai militari del Reparto Tutela Agroalimentare di Parma, stavano effettuando un controllo in un caseificio della zona, per verificare alcune notizie acquisite, quando hanno accertato che il Parmigiano Reggiano venduto come “Prodotto di montagna”, in realtà non era di tale provenienza.
Così nei confronti del legale rappresentate, un 49enne di Berceto, si è proceduto al sequestro di 136 kg di Parmigiano Reggiano e di ben 500 etichette riportanti l’errata indicazione di provenienza del prodotto.
“Nel dettaglio – spiega Marcello Chiesi – il regolamento 1151 prevede che gli allevamenti, il caseificio e i primi 12 mesi di stagionatura avvengano in montagna. Solo così si può avere la certificazione del Consorzio Parmigiano Reggiano che è un indicatore di qualità, dato che, per altro, sono previste ulteriori analisi sensoriali e di battitura al 24° mese. Solo il prodotto ‘scelto’ e ‘scelto sperlato’ sarà marchiato come prodotto di montagna. È importante divulgare queste informazioni e tutelare i consumatori”.