Il Covid colpisce il mondo del lavoro

Sono stati 29.700 gli ingressi nel mondo del lavoro in provincia di Reggio Emilia nel 2020, un dato decisamente più contenuto (-29,3%) se confrontato con i contratti stipulati solo un anno prima: nel 2019, infatti, erano stati 41.980.
La domanda di lavoro prevista per l’anno passato dalle imprese reggiane con almeno un dipendente, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati del sistema informativo Excelsior, riflette dunque gli effetti della grave crisi provocata dal Covid-19.

Insieme al numero dei contratti è diminuita di oltre quindici punti percentuali (scendendo dal 63,9% del 2019 al 48,4% dell’anno appena concluso) anche la quota di imprese della nostra provincia che ha previsto di effettuare assunzioni nel corso dell’anno; per le micro-imprese reggiane (fino a 9 dipendenti) la quota si ferma al 38,1%.
Nonostante la contrazione registrata dall’occupazione, è salita al 38,9% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati (contro il 36,5% del 2019) a causa della mancanza di candidati o della preparazione inadeguata.
Pur rimanendo più consistente – e pari al 34,6% – la percentuale di ingressi di personale destinato a sostituire figure professionali in uscita, il 14,4% delle 29.700 nuove assunzioni ha riguardato nuovi profili professionali non ancora presenti in azienda. Si tratta, in particolare, di figure dirigenziali e professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione, ma è cresciuta anche la quota relativa ai contratti destinati a nuove figure professionali fra le attività svolte da operai specializzati.
La crisi derivante dalla pandemia e la conseguente necessità di introdurre cambiamenti, prima fra tutte la crescente diffusione dello smart working, ha portato anche le imprese del nostro territorio ad accelerare gli investimenti e i processi di digitalizzazione che stanno ormai entrando in ogni processo aziendale, senza dimenticare che anche i dipendenti, costretti a lavorare da casa, hanno dovuto adeguarsi e migliorare le proprie competenze digitali.

Confrontando gli investimenti effettuati dalle imprese pre-Covid (fra il 2015 e 2019) e post emergenza sanitaria nei diversi ambiti della trasformazione digitale è evidente la crescente rilevanza che le aziende danno a tale ambito. E’ infatti passata dal 24,3% al 43,3% la quota di imprese che ha investito sulle innovazioni organizzative adottando strumenti di lavoro agile (smart working, telelavoro, lavoro a domicilio); è cresciuta anche la percentuale di aziende che ha puntato sulle modifiche dei modelli di business, con l’adozione di strumenti di digital marketing (da 24% a 40,2%), o, sotto l’aspetto prettamente tecnologico, sull’acquisizione di reti ad alta velocità, sistemi cloud e big data analytics (da 33,9% a 40,7%).
A confermare l’importanza che gli imprenditori attribuiscono alla trasformazione digitale è la richiesta di figure professionali che posseggano tale competenza: per il 55,6% delle 29.700 entrate nel mondo del lavoro in provincia di Reggio Emilia nel 2020 è stata richiesta la capacità di utilizzare competenze digitali e al 47,3% di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici.
Per il 76,7% dei contratti stipulati nell’anno passato, poi, sono state inoltre richieste competenze in ambito di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

 

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