Il mio ricordo di Gesù Bambino, l’attesa durante la mia infanzia: mi rivedo in quella grande famiglia con la guida del patriarca, nonno Giovanni. Ci teneva uniti con il pane quotidiano e la preghiera dell’Angelus: mattino, mezzogiorno e sera. Dopo la cena santo Rosario per tutti e che nessuno mancasse. L’attesa di Gesù Bambino mi rendeva piena di gioia, in casa regnavano i preparativi. Primo evento la novena: ci si alzava all’alba per andare in chiesa col freddo, la neve alta, ai piedi calze di lana di pecora fatte dalle nostre mamme e zoccoli di legno. Il papà ci precedeva con la pala per aprirci la strada e perché non ci bagnassimo troppo i piedi. La nonna e la mamma confezionavano cibi pregiati per la ricorrenza, la tavola veniva imbandita a festa, non solo per noi ma anche il passaggio della Sacra Famiglia, perché anche loro potessero rifocillarsi.
Leggi tutto l’articolo di Livia Menozzi Villa su La Libertà del 23 dicembre 2020