Una lampada accesa nella notte sprigiona una luminosità talmente intensa da primeggiare anche sul chiarore della luna. Una luce forte che fa arretrare con decisione il buio che la circonda e che ne definisce in maniera netta i contorni, parendo quasi allargarsi sempre di più nel tentativo di scacciarlo definitivamente, quel buio. Con questa opera (Lampada ad arco, 1909-11, nell’immagine) Giacomo Balla vuole rappresentare il progresso, il fascino e la bellezza della modernità e dell’industrializzazione (rappresentate dalla lampada elettrica) e, con essa, la vittoria dell’uomo sul mondo (la luna brilla ma resta in secondo piano).
Leggi tutto l’articolo di Agnese Menozzi su La Libertà del 23 dicembre 2020