Le buone notizie

Sfoglio distrattamente i giornali. Le notizie si accavallano, sempre uguali, riportano una cronaca amara alla quale siamo ormai assuefatti. Viviamo come anestetizzati, in questa grande bolla sospesa tra crisi sanitaria, crisi politica, crisi del lavoro, ma soprattutto crisi di idee, strategie e visioni per il futuro. Siamo ancora nel pieno della pandemia. Nel giorno dell’annuncio, da parte del presidente del Consiglio, delle nuove e più recenti misure restrittive di contenimento del contagio, in Italia si è registrato il picco più alto di decessi della seconda ondata: mille vite umane spezzate. E ogni giorno, ancora oggi dopo circa un mese, si registrano diverse decine di centinaia di morti soltanto nel nostro paese.
Arrivano i primi bagliori di luce: vaccini di diversa provenienza e Recovery fund. Soluzioni miracolose per tutti i nostri mali. Pagine e pagine di giornali, opinioni di esperti virologi accanto a valenti economisti dispensano informazioni, consigli, piani di lavoro e programmazione di campagne di vaccinazione. L’incertezza di questo tempo ha segnato tutti, cambiato il nostro stile di vita, accelerato molti processi e acuito disagi latenti. L’incapacità di proteggere e salvare gli anziani, depositari del nostro patrimonio genetico, della nostra storia e della nostra cultura, non è meno grave dell’incapacità di offrire prospettive di vita e di lavoro ai giovani, il nostro futuro.

Leggi tutto l’articolo di Valeria Braglia su La Libertà del 23 dicembre 2020

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