Il 31 dicembre il blocco sfratti deve finire

La richiesta che giunge dal Sindacato inquilini per ottenere la quarta proroga degli sfratti, subita dai proprietari in questo 2020, non tiene conto dei drammatici effetti sociali che il blocco generalizzato (senza differenze tra abitativo e commerciale o tra morosità e finita locazione) continua a determinare in tante famiglie di proprietari che, sovente, hanno nel reddito da locazione l’unica o la principale fonte di sostentamento e che in questo periodo non sono stati neppure esentati dal pagamento dell’Imu o di altre tasse.

La sospensione degli sfratti, in vigore dal 17 marzo prevista dapprima fino al 30 giugno, poi fino al primo settembre ed infine estesa fino al 31 di dicembre che cosa ha di fatto comportato? Si è vietato per quasi un anno l’esecuzione di sentenze emesse dai giudici a tutela di centinaia di migliaia di cittadini che attendevano di rientrare in possesso del proprio immobile per finita locazione o per il mancato pagamento dei canoni. L’intento era quello di salvaguardare i conduttori in relazione all’emergenza covid.

La prima osservazione da fare allora è che gli sfratti bloccati hanno riguardato situazioni sorte e sviluppatesi quando il coronavirus era ben lontano dal manifestarsi. La beffa che si aggiunge al danno. È evidente poi che il problema è stato posto non a carico della collettività, ma ad un’altra categoria di cittadini a proprie spese e senza alcuna forma di risarcimento.

Un intervento che non è stato nè accompagnato da indennizzi a favore dei locatori, né condizionato (come invece fatto per altre misure varate in questo periodo) alla circostanza di aver subito danni dal covid. Ad usufruire del blocco quindi è stato sia il dipendente statale, con il suo stipendio garantito ed assistito coattivamente da un proprietario che potrebbe avere il canone di locazione quale unica entrata, sia i tanti truffatori dell’affitto. Nessuno di coloro che sbandierano il blocco degli sfratti  mostra invece interesse per le condizioni in cui può trovarsi il soggetto che subisce le conseguenze della norma, vale a dire il proprietario locatore. Quest’ultimo potrebbe aver perso il lavoro, potrebbe trovarsi in cassa integrazione, potrebbe essere una partita IVA in crisi, potrebbe essere titolare di un contratto di mutuo, potrebbe avere in corso costosi interventi di ristrutturazione. Ma tutto ciò non viene considerato anzi il 16 dicembre scorso, sull’immobile che gli è stato di fatto espropriato, ha dovuto anche pagare, se ha trovato i soldi, anche la seconda rata dell’imu, la patrimoniale sugli immobili per la quale il governo non ha neppure disposto un rinvio. Non ci si rende poi conto che un provvedimento del genere provoca conseguenze devastanti sul mercato immobiliare con effetti negativi sulle stesse categorie che si intenderebbe tutelare, vale a dire gli inquilini. Chi mai andrebbe ad avventurarsi i nuovi contratti di locazione, abitativi e commerciali, sapendo che il suo investimento e soggetto ad intromissioni di questo genere da parte dello stato?

In questi mesi abbiamo attivato un indirizzo email  bloccosfratti@confedilizia.it  per ricevere le testimonianze dei proprietari che stanno subendo le conseguenze del blocco degli sfratti, che abbiamo iniziato a pubblicare in un’apposita pagina del nostro sito Internet e che dimostrano l’assoluta iniquità di un provvedimento palesemente lesivo del diritto di proprietà e conseguentemente in contrasto con la Costituzione.

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