I giorni della Metalmeccanica

Il Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Reggio Emilia – che rappresenta oltre 400 aziende per un totale di circa 27.000 addetti – partecipa all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”.

Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore.

Quadro congiunturale settore metalmeccanico

Nei mesi autunnali la pandemia da Covid19 ha ripreso vigore e questo ha comportato nuove misure restrittive per il contenimento dei contagi con significative conseguenze sull’evoluzione dell’economia mondiale.

Dopo il forte shock verificatosi nella prima metà dell’anno, nei mesi estivi c’è stata una ripresa economica, seppure disomogenea nelle varie aree geo-politiche, che ha fatto ben sperare, ma la seconda ondata pandemica ha frenato ogni slancio e mostrato come la crisi da coronavirus sia tuttora in atto.

In un contesto simile è molto difficile fare previsioni che, secondo i principali istituti internazionali di ricerca, sono soggette a forte incertezza e grandi rischi proprio per l’aspetto imponderabile che caratterizza la diffusione del virus.

Per l’Italia le previsioni restano negative: secondo la Commissione Europea il Pil diminuirà nel 2020 di circa dieci punti percentuali per poi recuperare un modesto +4,1% nell’anno successivo.

Quadro locale

La fine del lockdown ha determinato una risalita della domanda, che in molti settori si era sostanzialmente azzerata, e ha rilanciato l’attività nell’industria nel terzo trimestre, senza tuttavia recuperare la perdita dei primi due trimestri. Il fatturato che, nel secondo trimestre, aveva evidenziato su base annua una caduta molto pronunciata, nel terzo trimestre ha registrato una discesa più limitata, in linea con il dato della produzione.

Anche il dato sugli ordini complessivi mostra un rallentamento della velocitò di caduta. Le misure di contenimento della diffusione del coronavirus messe in atto nei vari paesi hanno determinato una ulteriore contrazione della domanda estera, facendo così venire meno il traino delle esportazioni che da sempre sostengono la nostra economia. Gli ultimi dati disponibili sul commercio estero relativi al periodo gennaio-settembre 2020 mostrano un calo dell’export dei prodotti dell’industria metalmeccanica del 15,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una riduzione in valore di 760 milioni.

I drammatici cali dei livelli di attività hanno avuto un pesante riflesso sull’input di lavoro impiegato, che è diminuito in termini di monte ore lavorate: la maggior parte dell’aggiustamento è avvenuto tramite un calo di ore lavorate pro-capite principalmente con il ricorso alla CIG, mentre il numero di persone occupate è sceso di poco, perché gli effetti della crisi in atto sui livelli occupazionali sono stati attenuati dalle misure pubbliche di sostegno al reddito e dal blocco dei licenziamenti.

Nei primi 9 mesi del 2020 le ore di cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga alle sole imprese metalmeccaniche sono state pari a 18 volte quelle dello stesso periodo del 2019.

Un aumento di oltre il 1.700%, che è più del doppio di quello nazionale (738%).

L’impatto della pandemia è stato devastante per gli investimenti che sono previsti diminuire nel 2020. La forte caduta della domanda, la cancellazione di ordini e il peggioramento delle attese hanno costretto le imprese a rinviare molte scelte di investimento. Nel 2021 è atteso un rimbalzo robusto, ma comunque incompleto.

Le previsioni per i prossimi mesi mostrano qualche timido segnale positivo ma il peggioramento della crisi sanitaria e i crescenti timori su una terza ondata di contagi accentuano i rischi sul proseguimento della ripresa nei prossimi mesi.

Dati nazionali

Nel terzo trimestre i volumi di produzione hanno registrato un incremento congiunturale, ma sono risultati ancora inferiori nel confronto con l’analogo periodo del 2019.

Complessivamente nei primi nove mesi dell’anno il bilancio si conferma pesantemente negativo: i livelli di produzione risultano inferiori del 17,9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2019; risultato, peraltro, peggiore di quello registrato per l’intero comparto industriale (-14,0%).

I risultati dell’indagine congiunturale di Federmeccanica lasciano presupporre per l’ultima parte dell’anno una brusca frenata della fase espansiva osservata nel corso del trimestre estivo anche a causa del nuovo peggioramento della pandemia.

Se da un lato, infatti, si registra un saldo parzialmente positivo nei livelli degli ordini in portafoglio, la valutazione sulle consistenze in essere espressa dalle imprese si conferma decisamente negativa; ancora il 44% degli intervistati si dichiara insoddisfatto del proprio portafoglio ordini.

Nell’attuale quadro congiunturale, le tendenze occupazionali a sei mesi si confermano negative: il 72% delle imprese intervistate non prevede di variare il livello della propria forza lavoro, mentre sono pari al 9% quelle che prospettano un incremento degli organici contro il 19% che, invece, pensa di doverli ridurre. Il saldo negativo risulta così pari a -10%.

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