In Gesù un raduno battesimale

Le parole del Vescovo nella solennità di Cristo Re dell’universo

Pubblichiamo in questa pagina il testo dell’omelia del vescovo Massimo nella XXXIV domenica del Tempo Ordinario, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo. Nella santa Messa presieduta in Cattedrale il 22 novembre monsignor Massimo Camisasca ha istituito accolito il seminarista Francesco Ametta, dalla parrocchia di San Gaetano in Albinea, membro della Comunità Sacerdotale Familiaris Consortio; il Vescovo ha inoltre istituito due lettori tra i seminaristi, Boniface Koua Koyet e Florent Yao Seka, dalla parrocchia di San Lorenzo Martire e San Michele Arcangelo di Prignano sulla Secchia, membri della Comunità Missionaria Regina Pacis.
Le foto in questa pagina sono di Giuseppe Maria Codazzi; tutto il servizio fotografico è caricato e consultabile sul sito www.laliberta.info (sezione Foto 2020).

Cari fratelli e sorelle,
con questa domenica si conclude l’anno liturgico. Non a caso, perciò, siamo portati a guardare alla fine del tempo attraverso un’immagine molto potente che troviamo nel vangelo che abbiamo appena ascoltato. Ci viene raccontato il raduno di tutti i popoli.
È un vero e proprio raduno battesimale. Noi sappiamo, infatti, che senza battesimo non si può entrare nel regno di Dio, senza immersione nelle acque della morte e resurrezione di Cristo non vi è salvezza.
Egli è la porta (cfr. Gv 10,1-10), l’unica porta attraverso cui ogni uomo, da Adamo fino all’ultimo della terra, ha accesso alla vita che non finisce: la vita della comunione con Dio e con i fratelli, la vita che ci è donata gratuitamente. Sarà un dono che ci sorprenderà e che ora non possiamo neppure immaginare, come non possiamo immaginare l’infinito e il “per sempre”. Sappiamo soltanto che la vita con Dio sarà una sorgente continua di gioie, di esperienze sempre nuove, una relazione continuamente rinnovata con il Signore e con le persone, a partire da coloro che abbiamo amato. Un’esperienza in cui entreranno tutte le realtà create, animate e inanimate, secondo un disegno che possiamo ora soltanto intravedere.

Leggi tutto l’articolo di + Massimo Camisasca su La Libertà del 2 dicembre 2020

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