Perché nessuno muoia in mare…

Famiglia delle Case della Carità e Caritas incontrano «ResQ-People saving People». Intervista a Luciano Scalettari e Corrado Mandreoli

Un nuovo naufragio di migranti è avvenuto l’11 novembre scorso a circa 30 miglia a nord delle coste libiche di Sabratha. Testimoni oculare dell’ennesima tragedia sono stati i volontari di Open Arms, l’unica nave umanitaria impegnata in questo momento nell’attività di ricerca e soccorso dei migranti che fuggono dalla Libia e che già nella stessa giornata aveva soccorso altri 88 disperati. La segnalazione di un gommone in difficoltà era arrivata alla Ong spagnola in mattinata da parte di uno dei velivoli di Frontex. L’imbarcazione, dice la Guardia Costiera italiana, era in area Sar di responsabilità libica e la Ong è stata contattata in quanto “mezzo più utilmente impiegabile al momento”. Una volta raggiunto il punto indicato, però, i volontari si sono trovati di fronte una “complicatissima operazione di soccorso”: il gommone, dice infatti Open Arms, con a bordo circa cento persone tra le quali alcuni bambini e donne incinte, “aveva ceduto e le persone erano già tutte in acqua, prive di salvagente e di dispositivi di sicurezza”. Tra le vittime, anche un bambino di sei mesi, che si chiamava Joseph e veniva dalla Guinea.
Abbiamo scelto questa notizia, presa dalla più cruda attualità, per introdurre l’intervista che don Filippo Capotorto e suor Michela Teresa della Famiglia delle Case della Carità, insieme a Valerio Corghi della Caritas diocesana, hanno realizzato nel loro incontro con Luciano Scalettarei e Corrado Mandreoli della Onlus “ResQ-People saving People” (si veda la prima foto in pagina). Ringraziando don Filippo, suor Michela Teresa e Valerio per questo contributo al giornale diocesano, ci mettiamo in ascolto.

In questo momento così delicato e impegnativo che stiamo affrontando quotidianamente, come Famiglia delle Case della Carità e Caritas diocesana di Reggio Emilia-Guastalla abbiamo deciso di compiere un nuovo passo insieme per conoscere un’iniziativa interessante a favore dei profughi, richiedenti asilo politico e rifugiati.
Per questo motivo, lunedì 27 ottobre abbiamo incontrato a Milano Luciano Scalettari e Corrado Mandreoli, rispettivamente presidente e vicepresidente di ResQ Onlus, organizzazione che sta cercando di predisporre una nave organizzata per il salvataggio di persone in mare cercando di creare cultura, pensiero e partecipazione civile sui migranti. Per farvi gustare la ricchezza dell’incontro lo condividiamo con voi così come l’abbiamo vissuto, come un’intervista a Luciano e Corrado.

Leggi tutto l’articolo su La Libertà del 18 novembre 2020

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