Indagine congiunturale Unindustria Reggio Emilia: terzo trimestre, previsioni ultimi tre mesi del 2020.

Dopo due trimestri caratterizzati da un’attività produttiva e commerciale in forte rallentamento, si arresta la caduta della produzione industriale. Questo è quello che emerge dall’ultima indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Unindustria Reggio Emilia. Il dato relativo al terzo trimestre riflette l’impatto negativo che la pandemia e le misure di contenimento adottate hanno ancora sui principali comparti dell’economia provinciale, nonostante alcune realtà abbiamo registrato un relativo miglioramento rispetto ai mesi di lockdown.
Si tratta di un risultato però parziale e prevedibile, che emerge dopo due trimestri segnati da un crollo dell’attività senza precedenti di buona parte dei settori produttivi, nonché della domanda interna ed estera. L’allentamento delle misure di contenimento della pandemia ha riavviato progressivamente le attività sospese durante i mesi del lockdown e ha permesso una relativa ripresa dei consumi.
Nel terzo trimestre, il calo della produzione industriale reggiana rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente risulta pari all’1,5%.9, mentre nel secondo trimestre la produzione era precipitata del 15,9%.

Il fatturato, che nel secondo trimestre aveva evidenziato su base annua una caduta molto pronunciata, nel terzo trimestre registra una discesa più limitata, in linea con il dato della produzione.

Anche il dato sugli ordini complessivi mostra un rallentamento della velocitò di caduta: infatti il 30,4% delle imprese intervistate ha segnalato ordinativi in aumento rispetto al terzo trimestre 2019, il 35,7% in calo, il 33,9% stabili. In leggero miglioramento la tendenza degli ordini esteri.

Gli strumenti a sostegno dell’occupazione e il blocco dei licenziamenti hanno per ora congelato il dato sull’occupazione delle imprese, che è risultata in flessione dello 0,2%. Mentre la Cassa Integrazione risulta in aumento.

Le previsioni per l’ultimo trimestre 2020 – formulate ad ottobre – mostrano qualche timido segnale positivo ma il peggioramento della crisi sanitaria e i crescenti timori su un possibile secondo lockdown accentuano i rischi sul proseguimento della ripresa nei prossimi mesi. Il 28,6% delle imprese intervistate si aspetta, infatti, un aumento degli ordinativi, il 44,6% il permanere dell’attuale situazione e il 26,8% un peggioramento.

“Nonostante alcuni segnali di ripresa che hanno accompagnato l’economia dopo l’interruzione del lockdown, il gap che si è venuto a creare nella prima parte dell’anno è profondo e la via per il recupero appare ancora lunga e incerta. Inoltre, la crescente incertezza su tempi e modi di uscita dall’emergenza sanitaria allontana la ripresa, perché frena consumi e investimenti, mentre le esportazioni nei prossimi mesi rischiano di subire contraccolpi dalle misure di contenimento adottate negli altri paesi che, seppure di entità più limitata rispetto a quanto fatto in primavera, rischiano di minare la ripresa internazionale. In questa delicata fase è assolutamente indispensabile che da un lato vengano incrementate le misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori che subiscono i maggiori contraccolpi dalle misure di contenimento, con riguardo soprattutto alla celerità dei tempi di erogazione e dall’altro, si adottino politiche che guardino al futuro del Paese, ovvero sullo sviluppo industriale, sulle nuove tecnologie, sui giovani e sulla formazione” – commenta Mauro Macchiaverna, Vicepresidente Unindustria Reggio Emilia.

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